Taormina o veleggia verso il turismo di lusso o affoga in quello di massa

“Il 2019 deve essere l’anno della svolta per Taormina”: la dichiarazione tra affermazione ed aspirazione è di Italo Mennella, presidente dell’Associazione Federalberghi di Taormina ed anima turistica dell’imprenditoria locale, e conferma la bontà della stagione turistica appena trascorsa. La Perla dello Ionio infatti ha tutte le potenzialità per inserirsi nel segmento del turismo di lusso ma di fatto subisce e vive l’escursionismo e a volte anche il turismo di massa, come ha denunciato lo scorso mese di agosto il sindaco Bolognari (link alla notizia)  

Una doppia identità alimentata da una cultura d’impresa che marcia a due velocità, quella d’importazione e quella locale più illuminata che punta alla prima ipotesi, quella più indigena che non riesce a compattarsi in una linea di pensiero più evoluto e forse imprenditorialmente più qualificato. “Sull’onda lunga del G7 – spiega Mennella – Taormina è al centro dell’attenzione dei grandi investitori che credono alle grandi potenzialità di Taormina e sono disponibili ad investire. In atto ci sono 4 fondi internazionali interessati, e non sono i soli, che ovviamente chiedono certezze e servizi, affinchè anche il territorio diventi a 5 stelle”.

I problemi sono quelli di sempre: una situazione di viabilità caotica, strade non all’altezza e a volte anche la spazzaturaTra i problemi irrisolti quello del Palazzo dei Congressi, ancora privo di agibilità, nonostante il Governo nazionale di allora abbia finanziato interventi di adeguamento per 4 milioni e 300 mila euro, per lavori eseguiti lo scorso anno, prima e dopo il G7.

“Una struttura non più solo congressuale – aggiunge Mennella – ma che va resa polivalente e gestita, seppur in sinergia con il Comune,  in una logica imprenditoriale e di mercato per favorire l’intercettazione di adeguati flussi turistici nei mesi o nei periodi più deboli, offrendo delle motivazioni. Insomma non dobbiamo sopravvivere di rendita, ma mettere in campo idee qualificate ed azioni conseguenti”.

Italo Mennella è un fiume in piena. Racconta la sua Taormina con rabbia e passione ma, nonostante le sue 76 primavere, crede ad un grande futuro e con rinnovata speranza e fiducia dispensa le sue pillole di esperienza. “Chiediamo il casinò? E’ un sogno di altri tempi. Oggi tempi e dinamiche si sono modificate”. E guarda con simpatia al sogno del presidente Nello Musumeci per la realizzazione di una compagnia aerea siciliana, ma non nasconde la diffidenza per la sua possibile realizzazione. “Non per questioni di mercato – dice – ma per le inevitabili interferenze  di una certa politica, piuttosto saccente ed arrogante che non privilegia la meritocrazia. Oltre che i soldi – aggiunge Mennella – occorrerebbe avere certezze per l’individuazione di un management adeguato e responsabile. Le precedenti esperienze non sono incoraggianti”.

Le sue prossime battaglie sono l’imposta di soggiorno e l’Ente Bilaterale. “Non è più possibile – spiega – che neanche la minima parte dell’imposta di soggiorno venga investita nel turismo ma continui ad essere utilizzata per sanare il disastrato bilancio comunale. Sul fronte privato  avverto la necessità di rilanciare l’Ente Bilaterale con azioni più incisive”. Due temi tanto caldi quanto cari che Mennella ha già messo in agenda per questo mese di gennaio.

Ma non saranno i soli: l’impegno quotidiano è nei confronti dei concittadini e delle pubbliche istituzioni. “Operatori economici, turistici  e semplici cittadini – ricorda – devono pontificare meno ed agire di più e tutti insieme condividere una nuova cultura per l’ospitalità e l’accoglienza affinchè si individui una prospettiva reale e produttiva per tutti. Mentre vanno serrati i tempi per un confronto reale e diretto sulle politiche turistiche della Sicilia con  l’assessore regionale al Turismo, Sandro Pappalardo, che ha già dato la sua piena disponibilità.  Insomma – ribadisce Mennella – il 2019 deve essere l’anno della svolta per Taormina, affinchè la Perla dello Ionio – conclude – non affoghi nel turismo di massa ma veleggi verso quello di eccellenza e del lusso”. (Toti Piscopo)

 

 

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