Vertenza ex Almaviva trasloca a Roma, ma Ita non si presenta al tavolo

La vertenza Covisian ed ex Almaviva fa tappa a Roma con l’obiettivo di salvare 543 posti di lavoro. C’è infatti grande attesa per l’incontro di oggi al ministero del Lavoro tra i rappresentanti del governo, i sindacati, i vertici di Almaviva, Ita Airways e Covisian, il call center che ha deciso di interrompere l’accordo dello scorso 21 ottobre con Ita, annunciando che il 30 aprile licenzierà 221 operatori occupati nella gestione del servizio clienti della compagnia aerea. Il tempo stringe e le parti proveranno a trovare una soluzione per garantire l’occupazione. I sindacati si aspettano un intervento deciso dal governo. Al tavolo romano partecipano anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, arrivato ieri sera nella Capitale, e l’assessore al Lavoro del Comune di Palermo, Giovanna Marano.

Ita invece non si è presentata. Un fatto definito dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando “molto grave”. “L’indisponibilità al confronto e la mancanza di riguardo istituzionale – afferma Orlando – non può essere sottovalutata. Chiederò al collega Franco e agli altri ministri coinvolti un confronto per concordare insieme le iniziative conseguenti”. Orlando considera “ingiustificabile” l’assenza dei vertici di ITA Airways dal tavolo.

Intanto, le nubi nere si stanno addensano anche sui 322 lavoratori ex Almaviva, oggi in cassa integrazione a zero ore, che in questo tira e molla sull’accordo Ita/Covisian restano appesi alla speranza della ricollocazione entro il 2023, anche se tutto appare ancora in alto mare. Ieri sera in tanti sono scesi in strada per partecipare alla fiaccolata di protesta che si è mossa lungo il centro storico di Palermo. E intanto sui social circola il video, destinato a diventare virale, dei lavoratori del call center che rischiano di essere licenziati proprio alla vigilia della Festa dei Lavoratori.

Secondo i sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, le soluzioni per salvaguardare i posti di lavoro possono anche “variare”, per cui se Ita dovesse stringere un accordo con un altro fornitore, l’importante è che si mantenga lo stesso impegno siglato ad ottobre, garantendo a tutti i lavoratori la “continuità occupazionale”. Andrebbe “bene” anche se Ita volesse internalizzare il servizio, ma dovrebbe essere fatto attraverso “clausola sociale” e cioè salvaguardia di tutto il perimetro, continuità occupazionale, parità di salario.

 

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