Le teste di moro siciliane sono state incluse da Campeggi.com nella selezione delle meraviglie artigianali da riscoprire accanto alla lavorazione del legno in Valle d’Aosta o a quella della filigrana in Sardegna, passando per la liuteria tradizionale cremonese e le tovaglie perugine.
Da nord a sud, l’Italia è una Penisola nella quale convivono tradizioni e costumi diversissimi tra loro. Le differenze geografiche, storiche e culturali, le materie prime reperibili nei singoli territori e le leggende che li animano hanno fatto sì che nel corso dei secoli si sviluppassero forme d’arte e di artigianato diventate oggi un vero e proprio simbolo identitario provinciale o regionale.
E tra queste il portale Campeggi.com ha selezionato anche le teste di moro, una delle massime espressioni dell’artigianato siciliano che affondano le loro radici in un’antica leggenda. Si racconta che nella Palermo dell’anno 1000 vivesse una fanciulla che era solita trascorrere le giornate sul suo balcone a occuparsi delle sue piante. Un giorno, un principe moro passò di lì e i due si innamorarono perdutamente, ma quando lui le confessò di avere moglie e figli, lei, accecata dalla gelosia, gli tagliò la testa per poi esporla sul balcone con una piantina di basilico sulla cima. I passanti, affascinati da quella che pensavano essere un’opera d’arte, chiesero agli artigiani locali di realizzare dei vasi simili in terracotta, dando così vita a una tradizione millenaria che è ancora viva in tutta l’isola e, in particolare, nell’area di Caltagirone.