Lipari e l’ascensore per il castello mai usato in 12 anni

Ha funzionato solo 10 giorni e poi basta. L’ascensore che dovrebbe condurre al castello di Lipari per permettere ai disabili e agli anziani di poter visitare il museo e la rocca, praticamente, non è stato mai usato.

Secondo gli esperti, durante questi anni, le parti metalliche hanno subito un processo di “carbonatazione” e tutto il sistema è stato aggredito dalla ruggine. L’opera, finanziata con fondi regionali nel 2003, è costata circa 750 mila euro e parte da un’idea dell’architetto Gesualdo Campo, ex direttore della Sovrintendenza di Messina che ha ricevuto i pareri favorevoli della soprintendenza.

Madeleine Cavaliere, fondatrice del museo archeologico di Lipari, insieme al professor Lugi Bernabò Brea, spesso raccontava come Brea era contrarissimo all’opera, anche perché l’operazione di scavo sul puntone della cinta muraria cinquecentesca, poteva, come poi accadde, compromettere i luoghi.

La costruzione della torretta d’arrivo dell’ascensore sul puntone di Carlo V, visibile da qualunque luogo per chi guarda la cinta dalla città bassa, è un neo alla bellezza della cittadella fortificata, sottoposta a vincoli di inedificabilità assoluta, archeologici e paesaggistici. Per rimettere in movimento l’ascensore, occorrono almeno 150 mila euro, oltre ai costi di manutenzione ordinaria. Soldi che l’amministrazione comunale non ha.   

L’ascensore di Lipari fa il paio con quello di Sutera, costruito nel 2012 e costato due milioni di euro. Un enorme pilone verde che dovrebbe portare al santuario e convento di monte San Paolino, da tempo abbandonato dai frati, e che finora ha avuto la sola funzione di deturpare il paesaggio.

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