Fino alla stagione 2005/2006 Taormina era una destinazione turistica anche d’inverno. Quell’anno, ad esempio, registrò una media di 150.000 pernottamenti nel periodo novembre-marzo, che rappresentavano circa il 20% del movimento complessivo dell’anno. Quest’anno, invece, il periodo 23 marzo-4 novembre ha rappresentato circa il 95% dei pernottamenti complessivi della destinazione.
“Un dato – sottolinea Antonio Belcuore, dirigente responsabile del Servizio Turistico di Taormina – che conferma la tendenza degli ultimi anni a comprimere sempre più la stagione e restringerla al periodo che va dalla settimana antecedente la Pasqua al Ponte di Ognissanti. E ciò senza volere attribuire alcuna responsabilità alle imprese, che negli ultimi 5 anni hanno dovuto fare i conti con la crisi economica globale, con l’aumento delle imposte e soprattutto con un mercato che nell’ultimo decennio si è radicalmente modificato. Questo accadeva – aggiunge Belcuore – grazie ad una serie di iniziative, organizzate tra la metà degli novanta e gli inizi del millennio, dalla vecchia Azienda di Soggiorno, dall’Associazione Albergatori, da Taormina Arte e dal Comune, che individuarono quali partner Alitalia per il mercato americano, LTU per il mercato tedesco, Alpi Eagles ed Air One per il mercato italiano, con i quali si realizzarono delle speciali proposte per i mesi invernali, che diedero, come detto, i risultati sperati. E’ indubbio che tali iniziative non potranno mai essere sic et simpliciter replicate, perché il turismo è completamente cambiato rispetto a 10/15 anni fa con l’avvento, all’epoca ancora in fieri, di internet, perché è cambiato il trasporto aereo con l’avvento delle low cost. Ma ciò non toglie che la necessità di riprendere rapporti e dialoghi direttamente con le compagnie aeree sia allo stesso modo necessario, se si vuole puntare al ritorno della Taormina d’Inverno, con indubbie refluenze positive sull’occupazione (anch’essa oggi sempre più stagionale) e sul tessuto imprenditoriale cittadino”.
A conferma delle affermazioni di Belcuore i dati di novembre che registrano un segno negativo ( –17,81%), sia per gli italiani (–17,35%) sia per gli stranieri (–17,93%), ma che è assolutamente marginale, visto che il mese scorso si sono registrati 17.291 pernottamenti che rappresentano neanche il 2% del movimento complessivo annuale.
Dal 23 marzo al 4 novembre, arco temporale nel quale sono state operative circa l’80% delle strutture ricettive, si è avuto un incremento del 3,83% rispetto allo stesso periodo del 2011, dato da +7,44% di stranieri e da –9,55% di italiani (andando ad analizzare, invece, il periodo gennaio/novembre il risultato, pur sempre positivo, risulta inferiore di quasi un punto percentuale, +2,99% rispetto al +3,83%, con +6,65% di stranieri e –10,34% di italiani).
Andando a leggere i dati del periodo per singolo mercato, presentano un segno positivo tutti quei paesi da sempre collegati con l’aeroporto di Catania (Germania +0,68%, Francia +2,03%, Irlanda +7,23%, Malta +28,01%) o che hanno nuovi collegamenti (Norvegia +49,86%, Romania +25,49%, Estonia +77,01%) ed i paesi fuori dall’area Euro (Russia +36,22%, Svizzera +10,04%, Regno Unito +18,76%, Stati Uniti +11,80%, Brasile +23,75%, Giappone +16,13%, Cina +27,00%, Australia +16,89%), mentre i paesi in grave crisi economica (Spagna –21,28%, Grecia –1,98%) o che hanno perso la frequenza dei collegamenti aerei o il fallimento di alcuni tour operator (Austria –8,88%, Belgio –3,98%, Danimarca –20,45%, Finlandia –14,50%, Paesi Bassi –7,70%) presentano conseguentemente un segno negativo. Sul mercato italiano la flessione riguarda tutte le regioni, fatta eccezione per la Sardegna, l’Umbria e le Marche.
L’analisi per categoria ricettiva conferma quanto evidenziato nei mesi precedenti: gli alberghi a 5, 4 e 3 stelle presentano tutti il segno positivo e rappresentano quasi il 90% dell’ospitalità alberghiera nel suo complesso, a sancire il segmento di mercato medio-alto quale target di riferimento della città. Anche il comparto extralberghiero fa registrare un +9,07%, anche se con 48.122 pernottamenti rappresenta appena il 5% delle presenze. Aumenta anche la permanenza media, che si avvicina sempre più alle 4 giornate, grazie ovviamente alla crescita del mercato straniero.