Se DOP e IGP possono far da traino al turismo siciliano

Il Consorzio per la tutela dell’arancia rossa di Sicilia Igp entra in AICIG, l’Associazione italiana consorzi Indicazioni geografiche. L’annuncio a Villa Ramacca a Bagheria nel corso del Congresso nazionale dei Consorzi di tutela Dop (Denominazione di origine controllata) e Igp (Indicazione geografica protetta). Con questa new entry i Consorzi siciliani diventano 7 su 60 italiani e rappresentano quindi più del 10% del totale.

Un dato che testimonia l’eccellenza nel campo dell’agroalimentare siciliano e che può fare da traino anche per il turismo dell’isola. I consorzi infatti valorizzano il meglio dei prodotti tipici e dunque possono assolvere anche a una funzione nel settore turistico, in particolare nella ristorazione e nell’hotellerie offrendo ai clienti prodotti genuini, locali e certificati, anche considerando che l’enogastronomia è uno dei fattori trainanti dei flussi turistici nell’isola. 

Non è un caso, dunque, che l’AICIG abbia voluto celebrare in Sicilia i dieci anni di attività con l’evento a Bagheria. La Sicilia infatti è tra le cinque regioni più importanti d’Italia per i prodotti certificati a Denominazione di origine protetta e Indicazione geografica protetta. Sono 17 Dop e 12 Igp che garantiscono un primato nazionale alla regione – prima tra le Ig food italiane per numero di oli d’oliva registrati dalla Comunità Europea (6) e seconda per prodotti ortofrutticoli (16) – e indicano una prospettiva di ulteriore crescita in termini economici e occupazionali. Secondo i dati del 2014, sono 2.720 gli operatori e 83 gli allevamenti dell’Isola che rientrano nei circuiti Dop e Igp, con 17.875 ettari di superficie destinata alle produzioni Ig food. 

“L”AICIG è una sfida che ha avuto inizio dieci anni fa – sottolinea il presidente di AICIG Giuseppe Liberatore – e da allora si è sviluppata ed evoluta fino a diventare il punto di riferimento per tutti i prodotti Dop e Igp dell’agroalimentare”.

 

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