L’Ateneo palermitano mette in mostra il meglio delle sue collezioni

C’è il telescopio con cui il principe Giulio Fabrizio, bisnonno di Tomasi di Lampedusa, osservava il cielo dalla sua Specola a Villa Lampedusa per cercare le comete e osservare le eclissi. C’è il calco dell’elefante nano vissuto nel Pleistocene in Sicilia, quando i grandi animali si adattarono alle dimensioni dell’isola. C’è il plastico di legno del Gymnasium dell’Orto Botanico e l’ampolla che contiene il campione di cotone che proviene dalle coltivazioni sperimentali dell’Orto. È un viaggio nella storia e nella scienza la mostra dell’ateneo di Palermo, allo Steri, intitolata “Dal cielo, dalla terra macchinerie, collezioni” cher resterà aperta fino al 7 giugno dalle 10 alle 18.

Si tratta di una selezione di reperti e strumenti dei musei e delle collezioni scientifiche dell’ateneo, “che – dice il rettore Roberto Lagalla – abbiamo messo in rete grazie alla creazione del SiMuA, (Sistema museale dell’università di Palermo) valorizzato attraverso iniziative e Festival, e che continua a crescere grazie ai lavori di imminente realizzazione, come il restauro del soffitto della Sala Magna, il recupero della Sala delle Verifiche allo Steri già in corso, la riqualificazione dell’ex convento della Martorana in via Maqueda”. 

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