Palermo capitale dei “Nudes” di Spencer Tunick. Fino al 13 giugno nello spazio Zac dei Cantieri culturali della Zisa, sono raccolti per la prima volta i “Nudes” che l’artista americano ha realizzato in tutto il mondo, da Shanghai a Parigi e a Vienna, dall’Australia a Brooklyn. Stampe su tela di grande formato, unite a immagini più piccole, ne ricostruiscono il percorso espressivo, da quando il suo obiettivo registrava l’armonia naturale del nudo di singole persone in ambienti urbani, fino ai lavori degli ultimi anni dove con le scene di nudo di massa coinvolge migliaia di essere umani.
Il progetto espositivo, curato dallo stesso Tunick, presenta i primi ritratti di “American Zone” giungendo, attraverso “Nude adrift” ed i suoi “Early European Projects”, alle prime riprese di masse con “Reaction Zone”, 28 persone nude davanti alla sede dell’Onu, fino alla grande antropologia collettiva umana e alle mega-azioni di México City.
Dalle performance spontanee, a quelle a lungo pianificate su invito di istituzioni, dalle fotografie in bianco e nero ai vibranti cromatismi di oggi, Tunick reinventa il nudo d’arte, non più solo contemplazione o enfatizzazione di particolari anche devastanti, ma parte integrante dell’immensa e mutevole scena del reale.
Spencer Tunick ha cominciato a realizzare le sue immagini nel 1991, fotografando nudi per le vie di New York. Ambientare il suo lavoro in uno spazio pubblico era una provocazione, tanto che dopo una ripresa a Times Square venne arrestato. In seguito, ha fissato le sue scene con nudi secondo propri e ripetuti canoni, ritraendo migliaia di persone in giro per il mondo. Lo stesso fotografo definisce i suoi lavori sculture vive o paesaggi fisici. L’azione che finora ha coinvolto più persone, è stato quello di Mexico City, dove nella piazza principale hanno posato per lui 18 mila persone.