Concerti, documentari, mostre, degustazioni, passeggiate sonore legate da un unico filo conduttore, ovvero l’abbandono. Si presenta così il Salina Festival, dopo il successo riscosso lo scorso anno.
Un tema letto, però, non come sinonimo di solitudine, nostalgia, incertezza, ma come scoperta sorprendente di nuove emozioni, integrazione tra popoli. Del resto proprio, le Eolie, dopo un passato di abbandoni, oggi vivono grazie al loro fortunato sviluppo turistico. Così, a parte le due proiezioni previste nella sezione cinema, i numerosi concerti della sezione musica e, per l’arte, la mostra “19 frammenti amorosi”, omaggio a Barthes, spazio anche alla valorizzazione dei prodotti tipici del territorio con “Mare di Malvasia” e al turismo ecosostenibile. Su questo tema, in particolare, la sfida consiste nel riuscire in questo angolo del Mediterraneo, in un periodo particolarmente affollato da vacanzieri distratti, a dare voce al vento, al mare e al silenzio della terra. Per questo sarà inaugurato il Parco Acustico nato in collaborazione con l’Università Milano-Bicocca. Una porzione del territorio di Salina diverrà luogo di ascolto attivo e consapevole dell’ambiente, per poterlo apprezzare non soltanto per l’immediatezza visuale, ma anche per l’aspetto acustico che spesso percepiamo solo a livello inconscio. Tra le iniziative, anche le passeggiate sonore in compagnia di guide non vedenti. Un nuovo modo di intendere il turismo e di apprezzare la natura di Salina facendosi aiutare da chi per necessità ha sviluppato maggiormente il senso dell’udito per un ascolto consapevole del paesaggio.