Turismo responsabile, il festival Itaca arriva a Palermo

Giunto alla 13esima edizione, IT.A.CA’ è il primo festival nazionale sul turismo responsabile e l’innovazione turistica in un’ottica sostenibile e accessibile. Quest’anno si svolge in 16 regioni italiane, per un totale di 25 tappe. Tra queste tappe, nel weekend 17-19 settembre, c’è la tappa palermitana del festival, organizzata da Palma Nana cooperativa che dal 1983 si occupa di turismo responsabile ed educazione ambientale insieme a Cotti in Fragranza, Libera il giusto di viaggiare, Addiopizzo Travel. La tappa di Palermo invita a scoprire luoghi e culture attraverso itinerari a piedi, in bicicletta e in barca, con degli incontri nei beni confiscati e sul diritto al soccorso in mare. Un cammino unico in tanti territori diversi, per trasformare l’incoming in becoming. Coniugando la sostenibilità del turismo con il benessere dei cittadini.

“Il nome scelto IT.A.CÀ, ha una doppia valenza – spiegano i fondatori del festival a Bologna – è il nome dell’isola del grande viaggiatore per antonomasia della nostra cultura “Ulisse” che impiega 10 anni per tornare a casa e in dialetto bolognese “it.a.ca?” vuol dire “sei a casa?”. Quindi viaggiare stando a casa: valorizzazione del territorio e guardare quei luoghi così scontati dove siamo nati con occhi diversi. Una definizione che risale dal 2009 quando ancora non c’era la pandemia e non si parlava di turismo di prossimità, di comunità locali, di territorialità”.

Quest’anno per Palermo sarà la seconda edizione di IT.A.CA’ si avvarrà del patrocinio di Legacoop Sicilia – A.I.T.R. Associazione Italiana Turismo Responsabile, e della collaborazione di Libera Terra, Lisca Bianca, Una Marina di Libri, AIGAE e Al Fresco Giardino Bistrot.

Dopo i temi della “Restanza” e “Biodiversità”, nell’edizione 2021 sarà centrale il “Diritto di respirare”, un concetto attuale e trasversale che parla di respiro come diritto, oltre che come bisogno, come pausa e presenza, lento fluire della vita dentro e fuori ogni essere vivente. Un diritto, oltre che un bisogno, di respirare che va oltre i confini di ogni singola tappa del festival, per creare rete e connessioni, non più solo virtuali.

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