Mentre nel regno d’Italia si pensava nei primi anni dell’Unità a rendere più facile e più rapidi i viaggi dei passeggeri, in Sicilia era prevalente il problema del trasporto dello zolfo. E’ stata condizionata da queste diverse prospettive sociali ed economiche la storia delle ferrovie siciliane che oggi viene riletta in una mostra organizzata per sostenere il mantenimento della sezione di Termini Imerese (Palermo) dell’Archivio di Stato.
La mostra dal titolo “La storia corre sui binari” è in programma da sabato 30 agosto a domenica 14 settembre nelle sale della biblioteca Liciniana di Termini Imerese e rievoca soprattutto le vicende del tratto Termini Imerese-Cefalù della linea ferrata Palermo-Messina. Termini Imerese diventava il simbolo delle scelte prioritarie perché dotato di un porto per l’inoltro dello zolfo, mentre Cefalù diventava uno dei principali emblemi di un centro urbano servito direttamente dalla ferrovia. Queste scelte prioritarie ebbero anche l’effetto di spostare l’inizio della storia ferroviaria in Sicilia al 28 aprile 1863, data di inaugurazione del breve tratto di poco superiore ai tredici chilometri che collegava Palermo con Bagheria. E da allora i treni in Sicilia hanno sempre tenuto il passo più lento.