Riceviamo e pubblichiamo il commento di Giuseppe Cassarà, presidente Nazionale Fiavet in merito alla relazione dell’assessorato regionale al Turismo sul rapporto “Nuovi posti letto/occupazione”. “La rappresentazione che emerge da tale indagine – scrive Cassarà – appare superficiale poiché non tiene conto che le strutture appena terminate debbono essere ‘avviate’ e ‘commercializzate’ prima di essere ‘riempite’ mentre si dimentica che un approfondito esame delle necessità per lo sviluppo del turismo in Sicilia, già nel 1976, indicava l’obbiettivo di 100.00 posti letto, soltanto oggi appena raggiunto. Il messaggio che passa è quello di inibire qualsiasi attività nel settore ricettivo in Sicilia, mentre, probabilmente, varrebbe la pena di condurre un’analisi approfondita sulle reali ricadute della spesa pubblica sull’aumento dei flussi turistici.
Forse si scoprirebbe – continua Cassarà – che lo sforzo pubblico è stato irrilevante e che l’aumento dei flussi registrati in questi anni riguarda esclusivamente lo sforzo degli imprenditori privati costretti ad investire in promozione (anche senza contributi) per assicurare la sopravvivenza delle loro aziende. Dobbiamo chiederci quali e quanti aiuti sono stati dati agli operatori siciliani, quante volte il pubblico si è confrontato con il privato e quante altre volte sono stati aggiornati gli strumenti legislativi e regolamentari del settore. Troppo facile e fuorviante il confronto immediato che viene proposto, “nuovi posti letto – incremento dell’occupazione”, forse varrebbe la pena di istituire un tavolo di confronto serio e concreto sullo sviluppo e sulle regole, magari ‘snobbando’ meno il sistema privato con una buona dose di ‘umiltà’ da parte di quello pubblico.
La programmazione – conclude il numero uno di Fiavet – è una cosa troppo seria e importante e lo diventa di più se si pensa che, se non si vuole perdere l’ultimo treno 2007/2013, dobbiamo pensarci subito in un rinnovato e ragionevole rapporto della Pubblica Amministrazione con il sistema privato, altrimenti perpetueremo gli errori del passato e continueremo a fare analisi inutili”.