A stagione turistica appena iniziata, fa ancora discutere la recente sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana che, accogliendo il ricorso presentato dalle guide turistiche, conferma la distinzione tra le figure professionali di guida ed accompagnatore turistico.
Una sentenza che di fatto annulla analogo provvedimento, emesso in primo grado dal Tar di Catania che, valutando i ricorsi presentati da 89 accompagnatori turistici, ne aveva consentito l’iscrizione all’albo delle guide turistiche, seppur in via provvisoria, così come avevamo riportato sul nostro quotidiano. Ma nel contempo Travelnostop.com raccoglieva il grido di dolore lanciato dai circa 300 accompagnatori turistici puri, sui circa 570 iscritti nell’elenco della Regione Siciliana, essendo gli altri in possesso delle due diverse abilitazioni di guida ed accompagnatore.
Così, da un giorno all’altro, l’Assessorato al Turismo della Regione Siciliana chiede legittimamente ai primi la restituzione dell’apposito attestato, precedentemente rilasciato. Immaginabile lo stato di frustrazione e rabbia di chi si ritrova da un giorno all’altro privo di quell’opportunità di lavoro tanto agognata e precedentemente riconosciuta. E disagio anche da parte dei tour operator da sempre convinti sostenitori che il mercato per funzionalità, economia e concorrenza, abbia bisogno della figura unica di guida/accompagnatore. Tour operatori che peraltro lamentano all’unisono il danno economico che stanno subendo, avendo dovuto modificare, a stagione turistica iniziata, rapporti contrattuali precedentemente stabiliti e formulati su offerte turistiche quotate già lo scorso anno. Inoltre, aggiungono che le guide turistiche sono attualmente insufficienti e non sempre disponibili a coprire le esigenze di richieste sempre più numerose.
Insomma, un vecchissimo problema che si ripropone in una stagione che segna la ripresa del turismo, ma le cui criticità, nella terra di Pirandello, assumono connotazioni kafkiane, alimentando una guerra tra poveri, in cui a vincere è solo la confusione e l’approssimazione.
Ovviamente non discutiamo le sentenze né tantomeno le motivazioni ma una riflessione sugli effetti, non sempre positivi, che le stesse producono sul mercato, è legittima, senza nulla togliere alla legittimità delle posizioni espresse dalle guide turistiche e al riconoscimento conseguito.
Questa vicenda la ricordiamo proprio perché sembra essere rappresentativa della necessità, non più rinviabile, di lavorare ad un modello organizzativo più efficiente, nell’ambito di una quadro legislativo che rispecchi le mutate esigenze del settore in forte ripresa ma che poggia su fondamenta di argilla, mentre i paesi concorrenti vanno sempre più a consolidare ed innovare i rispettivi sistemi.