Taormina, un voto per trasformare imposta di soggiorno in balzello

Il turismo a Taormina va meglio? Bene, puniamo il settore. E così, nonostante il parere contrario degli operatori turistici locali, si approva l’aumento dell’imposta di soggiorno con un risicato voto favorevole, portando al massimo l’imposizione, cioè 5 euro per pax per notte in hotel 5 stelle. Il provvedimento scatena le ire degli albergatori, con ricorso alla Corte cei Conti presentato da Federalberghi e Confindustria Turismo, ma principalmente suscita una serie di interrogativi, visto che il precedente gettito derivante dall’imposta di soggiorno è affluito disperdendosi nelle esigue casse del Comune per colmare piccoli e grandi voragini a scapito degli investimenti nel settore turismo e cultura, così come originariamente previsto dal legislatore. 

Monta la rabbia a Taormina: il solco tra imprenditoria privata e pubblica amministrazione è sempre più evidente e ci si chiede dove siano finiti il gettito derivante dall’imposta, dai parcheggi, dal Teatro Greco. Insomma un tesoretto di circa 5 milioni di euro accumulato in circa due anni che se, fosse investito nel turismo, potrebbero produrre nuova ricchezza da ridistribuire sul territorio. Nessuno si occupa di individuare, punire e stroncare il fenomeno dell’abusivismo e degli abusi diffusi, recuperando quote consistenti di evasione, che, nei piccoli centri, è più facile individuare che nei grandi centri. 

Insomma i sindaci, al pari degli antichi feudatari, più di favorire il dialogo, provano a mostrare i muscoli e, privi di una visione strategica, trovano più semplice imporre balzelli preferendo considerare il turista non come l’ospite, da curare e coltivare, ma come il viandante da penalizzare, imponendo all’albergatore, non più imprenditore, ma anch’esso relegato al ruolo di oste esattore, quasi un gabelliere a cui viene delegato il diritto dovere di riscuotere per conto del feudatario a cui tutto è dovuto. 

Il caso di Taormina non è unico ma sicuramente il più recente e tra i più rappresentativi, proprio perché Taormina, per la sua tradizione alberghiera, per la sua storia e la sua consistena turistica, dovrebbe rappresentare un esempio virtuoso. Purtroppo, però, il caso dell’Amministrazione Comunale di Taormina costituisce un modus operandi piuttosto diffuso la cui variabile di… distrazione fondi si differenzia da Comune a Comune, solamente secondo la percentuale. 

Riteniamo che tali comportamenti ed atteggiamenti, seppur dettati da stati di crisi diffusi, non siano risolutivi di oculate azioni politiche e di buona amministrazione che non possano che essere filtrate attraverso il dialogo e la condivisione. (di Toti Piscopo)

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