Lucia Di Fatta, attuale dirigente generale dell’Assessorato Regionale al Turismo, dal primo novembre va in pensione e l’assessorato di Via Notarbartolo resta privo della guida amministrativa, oltre che politica essendo stato Manlio Messina recentemente eletto alla Camera dei Deputati.
Un settore che già quest’anno aveva dato segnali di ripresa, grazie anche al loro impegno e di un team che, oltre alla farraginosità delle procedure finanziarie ed amministrative, ha dovuto affrontare le tante emergenze che hanno caratterizzato la vita di tutti noi.
Un impegno non da poco che Lucia Di Fatta ha affrontato con competenza e professionalità sin dal febbraio 2018 quando era stata nominata dirigente regionale dell’assessorato di via Notarbartolo. Una vita nel turismo iniziata nel 1980 presso l’Azienda Autonoma Provinciale per l’Incremento Turistico di Palermo dove ha ricoperto diversi incarichi fino al 2006, che le hanno consentito di conseguire esperienze diverse nel settore. Quindi, con la soppressione delle Aapit, il passaggio alla Regione dove è stata dirigente al dipartimento Programmazione e quindi al Bilancio con vari incarichi. Inoltre, nel 2013 era stata scelta come capo di gabinetto di Franco Battiato, allora assessore regionale al Turismo, ruolo che è tornata a ricoprire con l’assessore Sandro Pappalardo, sino alla nomina di direttore generale.
Con Manlio Messina ha operato in assoluta sinergia costituendo un tandem politico-amministrativo in grado di sbloccare risorse economiche importanti che hanno dato vita al progetto See Sicily, polmone economico e strategico che ha consentito di sostenere l’offerta turistica siciliana, attraverso le imprese del territorio con una visione di sviluppo del mercato.
Lucia Di Fatta, grazie alla sua sensibilità e disponibilità, ha sempre rifiutato le luci della ribalta, ma si è sempre resa disponibile all’ascolto e al dialogo, contribuendo alla stesura di provvedimenti amministrativi di sistema e all’ennesimo testo di legge sul turismo mai approdata in Aula.
Adesso, per lei, la meritata pensione, mentre per le imprese, in attesa di conoscere i nuovi tour leader, continua il viaggio infinito verso l’auspicata normalità, bruscamente interrotta da una Regione incapace di pianificare e programmare e che invece rimane avvitata su se stessa, assorbita nella sua consueta quotidianità, non riuscendo a darsi una visione strategica di sviluppo.
Nel frattempo, il neo presidente Schifani, solo al comando e privo di equipaggio, si trova costretto a navigare a vista in un mare in burrasca.