Il turismo esperienziale, ma di prossimità, per provare a salvare le vacanze di fine anno

Il turismo esperienziale per vivere in maniera diversa le prossime vacanze di Natale. Ma un tipo di turismo inevitabilmente sotto casa e dunque prende piede anche a fine anno il turismo di prossimità che già nei mesi estivi, successivi al lockdown, è stato l’unico, o quasi, in grando di regalare una boccata d’ossigeno al comparto siciliano.

Ma del resto, i siciliani da sempre sono i più numerosi turisti dell’Isola. Come ha detto Maurizio Giannone nel corso del primo degli incontri confronti promossi da Travelnostop.com sul turismo esperienziale in collaborazione con A.R.TU (Associazione Ricercatori Turismo), da almeno 20 anni, i siciliani costituiscono quasi il 50% degli arrivi in Sicilia. “Eppure – aggiunge Giannone di A.R.TU – nonostante questi numeri siano costanti da almeno un ventennio, il turismo domestico è sempre stato considerato un turismo di second’ordine. Turismo interno significava dire turismo povero mentre oggi ritorna sulla scena con un valore diverso coinvolgendo anche le fasce deboli della società, perchè può essere considerato turismo per tutti”.

Per l’esperto di turismo, Sandro Billi, “il nuovo stile di vita dettato da questa emergenza sanitaria porterà movimento verso quei luoghi in cui è possibile fare camminate, passeggiate spirituali. Certamente non sarà il turismo degli anni scorsi perchè non ci si può muovere, ma basterà questo tipo di turismo spirituale e sotto casa per creare un minimo movimento economico”.

Anche secondo Vincenzo Asero, docente all’Università di Catania, “c’è qualche aspetto positivo in questa situazione drammatica che stiamo vivendo. E’ una grande occasione di riconsiderare i nostri modi di fare turismo, le nostre forme del fare turismo. Negli ultimi anni, spinti da logiche economiche ci siamo spinti verso forme di turismo che alla fine hanno privilegiato il turismo di massa, o overtourism; invece la situazione attuale ci invita a riconsiderare le modalità di fare turismo. Uno studio del Touring Club di marzo scorso elencava i principi chiavi che stanno ridesegnando il turismo di oggi. Tra questi mi piace citarne due: staycation, ovvero la necessità di fare turismo senza muoversi dal luogo di residenza; e undertourism che si contrappone all’overtourism. Due elementi importanti che mettono in valore alcuni elementi chiave come idea di sostenibiltà, oltre alla necessità di fare esperienze in luoghi non prevalenti sul mercato”.

Secondo l’agente di viaggi Citty Maugeri Grasso, “quello che stiamo vivendo è il momento ideale per riscoprire quello che abbiamo davanti la porta di casa. Il turismo di prossimità ci puo servire a riscoprire la nostra terra che troppo spesso non conosciamo”.

“I siciliani sono innamorati della loro terra – ha esordito l’imprenditore turistico Salvo Zappalà – quest’estate il Saracen si è salvato grazie ai turisti siciliani. Il turismo di prossimità non ci mancherà mai, perchè il siciliano se resta in vacanza in Sicilia paga anche tariffe più alte in albergo che gli stranieri perchè non deve sostenere anche il costo del trasfer, in due ore è sul mare e si fa la sua vacanza senza i costi del trasporto”.

“Ma la Sicilia – ha aggiunto l’ex dirigente regionale dell’assessorato al Turismo Pietro Di Miceli – deve migliorare i servizi, l’offerta turistica è distribuita in tutte le parti della sicilia, ma ora si sta espandendo anche nella parte interna. Qui però deve pagare lo scotto pesante sul piano della marginalità geografica”.

Dal canto suo Mariella Sciammetta, governatore del Distretto Lions 108Yb, ha ricordato come a Travelexpo in occasione della Giornata mondiale del Turismo, i Lions abbiano lanciato un messaggio di solidarietà rivolto a tutti gli operatori turistici e di speranza per le imprese con il manifesto “IL CORAGGIO DI NON AVERE PAURA”. Documento che è stato condiviso da tutti i governatori Lions d’Italia. “Come Lions – ha detto Sciammetta – siamo parte attiva del turismo congressuale, muoviamo grossi numeri, e non appena riprenderanno le attività congressuali faremo la nostra parte, come abbiamo già fatto nella fase post lockdow, rispettando tutte le normative anticovid per tutelare la salute dei nostri soci”.

Le conclusioni sono state affidate a Gigi Cusimano, docente di Geografia all’Università di Palermo: “quell’odierna è una sfida che ci deve far capire che girare la Sicilia non è un ripiego, bensì un obbligo morale e culturale. Le conseguenze di questa pandemia potrebbero essere quelle di rivedere spazio e numeri nel turismo. Attualmente non possiamo articolare due delle dimensioni che sottendono il turismo contemporaneo, ovvero le grandi masse e gli spazi occupati da queste. Io penso che guardando al turismo del futuro ci sarà un problema di costi, che necessariamente sarà un turismo più selettivo, che forse obbligherà a selezionare. Dovremo abituarci a pagare di più per avere il servizio migliore. Questa voracità nell’esperienza turistica forse non nasconde veri valori culturali, ad esempio, i valori intrinseci ai beni culturali religiosi che consideriamo parte dei tour turistici classici, sono semiofore di valori, che noi spesso mettiamo da parte e quindi ci impediscono di capire l’opera”.

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