L’esperienza sensoriale guida il viaggio in Sicilia degli enoturisti

Digitalizzazione e innovazione ma con un occhio di riguardo all’esperienza. Perchè se i turisti vengono in Sicilia anche per assaggiare i suoi prodotti tipici, una volta giunti nell’Isola, vogliono provare una visita multisensoriale in cantina e poi, al ritorno a casa, vogliono ripetere l’esperienza di rifare le ricette che hanno provato durante la vacanza. Questi i temi al centro del dibattito che si è svolto a margine dell’evento “Bacco era un turista?”, nei giorni scorsi a Palazzo Branciforte, a Palermo.

I kit di paste tipiche siciliane sono infatti il fiore all’occhiello della società agricola Giardini del mediterraneo di Marina di Ragusa. “Volevamo esportare le esperienze sensoriali – ha detto l’amministratore delegato Antonio Megna – provate durante la vacanza in Sicilia con prodotti di eccellenza che nascono nel nostro territorio e quindi creare un motivo per tornare in Sicilia per degustare sul territorio i prodotti tipici. In pratica, puntiamo a far ripetere l’emozione di assaporare il gusto di una ricetta tradizionale anche a chi non conosce i metodi di preparazione, non sa quali ingredienti usare e/o non li riesce a trovare facilmente, o magari costano troppo. Ad esempio nel nostro kit ‘Pasta alla norma’ ci sono tutti gli ingredienti preconfezionati abbinati al vino Etna Rosso. Certo, negli ultimi anni si sono susseguiti alcuni eventi che hanno bloccato la vendita dei nostri prodotti, ad esempio negli aeroporti, ma grazie a Ice e Confindustria abbiamo iniziato un altro tipo di percorso, con il programma PES 2, basato sull’internazionalizzazione e la digitalizzazione. Così  siamo diventati molto più digitali per internazionalizzarci: grazie alla piattaforma di e-commerce, prima abbiamo fatto il sito, legato ai social network e partner commerciali, anche stranieri, e poi l’azienda. Ma non solo: il prossimo obiettivo è creare una rete d’impresa mettendo in sinergia produttori di specialità alimentari siciliane per realizzare pacchi degustazione da immettere sul mercato internazionale”.

Secondo Gianfranco Maltese, titolare dell’azienda familiare Tenuta Maltese di Marsala, “la Sicilia può riscattarsi con il turismo grazie alle mille sfaccettature che è in grado di offrire. Le diverse dominazioni sulla Sicilia ci hanno lasciato custodi dei nostri territori e adesso abbiamo l’obbligo di renderli fruibili a quelli che amano la Sicilia e a chi vuole entrare in empatia con la nostra cultura. Per questo puntiamo a focalizzare le nostre esperienze, perchè oggi non possiamo proporre solo semplici visite in cantina, dobbiamo abbinarle a un percorso sensoriale legato alle peculiarità del territorio”. La chicca di questa azienda infatti è che non fa solo produzione agricola. Per gli ospiti sono disponibili percorsi di cucina abbinati ai vini, turismo esperienziale, pranzi nell’agri-ristoro, passeggiare nei vigneti e pernottamenti  in azienda. In più c’è la “cucina nell’orto”, una casetta con angolo cottura nell’orto dove gli ospiti possono raccogliere i vegetali e cucinarli a metro zero.

Antonio Alagna, della Cantina Alagna, ha ricordato la sinergia tra l’export agroalimentare e il mondo del turismo che sono due volti della stessa medaglia e che invece troppo spesso sono ancora considerati separati. “I turisti vengono a visitare la nostra cantina – ha sottolineato – perchè ci conoscono e vogliono conoscere i nostri prodotti e poi quando tornano a casa vogliono acquistare i nostri prodotti. Da qui la forte vocazione all’estero delle vendita dei nostri prodotti agroalimentari che favorisce da un lato l’enoturismo e dall’altro l’export”.

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