Monta la polemica sull’introduzione della tassa di soggiorno ad Agrigento tra gli operatori turistici. “Non si può introdurre una tassa di soggiorno ad Agrigento in piena stagione turistica con solo poche settimana di preavviso” afferma Paolo Pullara, presidente di Assohotel Area Sicilia Centro Meridionale che aggiunge: “Da tempo manifestiamo contrarietà per l’introduzione della tassa di soggiorno ad Agrigento, ma non ci saremmo mai aspettati una introduzione tanto repentina che va ad interessare prenotazioni già in essere. La tassa di soggiorno sarà attiva già dal 15 luglio e non faremo una bella figura con i nostri ospiti che avendo prenotato prima non sono stati informati per tempo di questo ulteriore esborso. Ad oggi non abbiamo notizia del materiale informativo destinato ai turisti e il tempo per organizzarsi è veramente poco. Un avvio in bassa stagione o meglio ancora nel 2018 con un congruo preavviso per i nostri ospiti sarebbe stata una scelta sicuramente più opportuna”.
Anche l’Abba che raccoglie i B&B della città critica le tempistiche della nuova tassa. “I gestori delle strutture ricettive non hanno avuto il tempo materiale per documentarsi, comunicare agli ospiti, che di fatto hanno già una prenotazione per il 2017, che l’imposta adesso va pagata. Oltretutto il Comune non ci ha ancora consegnato il materiale informativo da esporre in struttura e della modulistica da compilare necessaria per l’esazione. Non essendo in nostro possesso siamo quindi impossibilitati a poter adempiere all’incarico. Abbiamo bisogno di sapere di più, quindi ci occorre un po di tempo in più. Siamo fortemente in ritardo e per questo si rischiano recensioni negative dei turisti e questo andrebbe contro ogni struttura ricettiva”. Inoltre, l’Abba chiede che la tassa non venga applicata oltre i tre giorni di permanenza in città. “Ciò sarebbe controproducente per il richiamo del turismo, in particolare per le famiglie, e si rischia solamente di alimentare il famoso turismo mordi e fuggi”.
Infine secondo il presidente della Cna di Agrigento, Emanuele Farruggia, “durante questa fase sperimentale, l’amministrazione è chiamata a non stare con le mani in mano. I proventi ricavati dovranno essere reinvestiti nell’ambito esclusivamente turistico, per finanziare interventi, compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, nonché interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali, nonché dei relativi servizi pubblici. Un’attività di programmazione e di monitoraggio da realizzare attraverso l’istituzione di un tavolo tecnico permanente – conclude Farruggia – che veda al suo interno la presenza attiva e operativa degli addetti del settore e delle organizzazioni di categoria”.