Sì al Ponte e basta derby Palermo-Catania su interporti e aeroporti

In Sicilia avere l’Alta velocità ferroviaria, la chiusura dell’anello autostradale e l’attraversamento stabile del Ponte sullo Stretto di Messina non sarebbe sufficiente a superare il gap di mobilità, se poi le aree produttive dell’Isola nel loro complesso non venissero connesse agli assi principali e le merci non potessero raggiungere rapidamente e agevolmente porti, aeroporti e terminal intermodali. E questo comporterebbe anche il fallimento delle Zone economiche speciali, nate per convincere imprenditori nazionali ed esteri a investire in Sicilia usufruendo di incentivi per ridurre i costi di produzione e gestione.

Ecco perché il Piano strategico per le Infrastrutture, realizzato da Unioncamere Sicilia in sinergia con il sistema delle Camere di commercio isolane grazie a fondi di Unioncamere nazionale (Programma Infrastrutture del fondo perequativo 2019/2020) e presentato ieri a Palermo, individua 13 aree sulle quali, velocemente e con poca spesa, secondo la proposta messa a disposizione dei nuovi governi nazionale e regionale e dei capitali privati, si possono realizzare nodi logistici interconnessi che, anche recuperando siti dismessi o sottoutilizzati, consentano a qualsiasi azienda ovunque si trovi di collegarsi ai punti di destinazione dei propri prodotti. Ci sono disponibili i fondi del “Pnrr”.

Il Piano, costruito sotto forma di una App, mostra le caratteristiche di queste aree, che si trovano a Termini Imerese, Xirbi, Dittaino, Porto Empedocle, Aragona-Favara, Trapani porto, Trapani Via Libica, Alcamo, Mazara del Vallo, Marsala, Gela, Vittoria e Pozzallo.

“Sono nodi – spiega Giuseppe Pace, presidente di Unioncamere Sicilia – equamente connessi alla rete ferroviaria e stradale, hanno distanze simili fra loro e, con le adeguate attrezzature logistiche, diventano strategici anche per il carico e scarico dei mezzi gommati sgravando il traffico commerciale e riducendo i tempi di trasporto. Sono aree connesse fisicamente, virtualmente e digitalmente tra loro. La presenza di una app certificata permetterà, inoltre, di fornire contenuti esclusivi e personalizzabili in modo da mantenere alto il livello di affidabilità, accrescerne la fedeltà e facilitare la fidelizzazione”.

Marco Calì della MC2 Innovations che, con i colleghi Vincenzo Garofalo e Mauro Ballotta, ha realizzato il “Piano strategico” per Unioncamere Sicilia, aggiunge: “Un sistema infrastrutturale esteso e sicuro, assieme ad una mobilità dei passeggeri e delle merci efficiente e fluida, rappresenta un elemento prioritario per lo sviluppo economico dei territori e per la competitività delle imprese”.

Per Alessandro Albanese, vicepresidente di Unioncamere Sicilia,  “il Ponte è la madre di tutte le infrastrutture, va fatto perché senza non si possono completare l’alta velocità ferroviaria e l’anello autostradale. Il Sud e la Sicilia devono essere al centro dell’agenda del nuovo governo perché se funzionano se ne avvantaggia tutto il Nord e il Paese, in quanto i porti e i nodi logistici del Nord e del Centro sono congestionati. Ma la Sicilia deve presentarsi unita e compatta. Continuare con i veti e con il derby Palermo-Catania, per il quale si è fatto l’interporto di Catania e non si fa quello di Termini Imerese, oppure i due aeroporti rivali non decollano abbastanza, non ci fa andare da nessuna parte. All’estero ci si deve presentare come destinazione unica Sicilia, non come Palermo o Catania o Trapani o Comiso. L’hub aeroportuale si fa se si sta nel mercato, se si fanno parlare gli operatori, se si fanno le privatizzazioni e se si tratta con le compagnie low cost”.

Dal canto suo, Gian Franco Messina, project manager della Zes Sicilia occidentale, annuncia che “molte imprese estere hanno fatto domanda di autorizzazione a insediamenti in aree Zes, le prime sono state autorizzate in meno di un mese. Quanto alle infrastrutture, abbiamo individuato l’asse viario principale, quello fra Termini Imerese e Marsala, che passa da tre porti, due aeroporti e incrocia tutte le aree industriali di nostra competenza in 24 Comuni. A Termini probabilmente realizzeremo la Zona franca doganale. Si stanno realizzando le infrastrutture di prossimità e di ultimo miglio. Stiamo lavorando con Anas per l’asse viario di Porto Empedocle e la prossima settimana partirà la gara di Invitalia per la viabilità di accesso diretto al porto di Trapani”.

Michele D’Amico, direttore di PortItalia, riferisce poi che “la prossima settimana partiranno i lavori per il dragaggio del porto di Termini Imerese ed entro sei mesi sarà pronto il nuovo terminal per il gommato, più vicino al nodo autostradale”.

Santa Vaccaro, segretaria generale di Unioncamere Sicilia, conclude: “L’obiettivo del Piano strategico – che segue una serie di webinar e tavoli di confronto con istituzioni e imprese che hanno prodotto un ‘Libro bianco’ sui fabbisogni presentato a Messina – è quello di fornire analisi, ipotesi di intervento e contributi operativi allo sviluppo delle reti materiali ed immateriali, per supportare una più efficace pianificazione ed una veloce realizzazione degli interventi infrastrutturali e manutentivi su strade, ferrovie, porti, aeroporti, città, fiere, interporti e connessioni digitali”.

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