Vivo il confronto tra gli operatori turistici che sono intervenuti al convegno "Presente e Futuro dei distretti turistici" che si è svolto a TravelexpoIn. Dopo gli interventi programmati, si è aperto il dibattito tra gli intervenuti.
"La Regione – ha detto Calogero Di Francesco, sindaco di Sutera – deve occuparsi di fare coordinamento, perché è evidente che il piccolo Comune si inventa le possibilità di creare attrattori turistici e di promuoverli. Tale vocazione è legittima. Ma se i distretti turistici partono con il piede giusto, e i piccoli Comuni mettono le proprie peculiarità all'interno della programmazione triennale distrettuale, allora avremo dei buoni risultati. È su questo che vogliamo impegnare i distretti. Ma chi ci garantisce che a queste nostre programmazioni venga dato il giusto rilevo? Noi facciamo parte dei Distretti turistico minerario e Valle del Templi e in entrambi mancano figure fondamentali come le Provincie. Chi sbaglia deve essere escluso dal distretto e dare possibilità ad altri, a chi vuole veramente fare qualcosa".
Per Nando Milella, "i distretti turistici sono strumenti che consentono di studiare il territorio, di capire, attraverso programmazione triennale, quali siano gli attrattori turistici su cui bisogna puntare e su quali mercati intervenire per promuovere questi attrattori".
Secondo Nicola Farruggio, presidente Federalberghi Palermo, "la politica non ha fatto sistema e non l'ha fatto neppure l'operatore privato, anche noi non siamo pronti per fare sistema. Lo strumento l'abbiamo ma dobbiamo capire se siamo pronti, se riusciremo a fare sistema con il pubblico. In tutti e tre distretti ai cui lavori ho partecipato (Costa Normanna, Cefalù e Golfo di Castellammare) ho trovato le stesse criticità, a cominciare dalla lotta tra i pubblici. Se non cambieremo mentalità non andremo da nessuna parte".
Agostino Porretto, ex direttore del Dipartimento Turismo della Regione siciliana, ha invece raccontato come sono nati i distretti turistici. "La legge 10 arriva da un ragionamento nazionale e fa riferimento ai sistemi turistici locali. Ma quel sistema non era applicabile in Sicilia. Così cercai di capire fare per essere più elastici. Sulla scia del distretti industriali, tra cui alcuni funzionano come quello della pesca, nacque l'idea del distretto per rendere attore dello sviluppo il territorio. Pensavo a un distretto formato essenzialmente dall'impresa turistica anche se l'elemento necessario doveva essere l'istituzione pubblica".