Appello degli hotel: a Taormina prolungare stagionalità a 10 mesi

L’allungamento delle stagionalità non solo è possibile ma, in parte, è anche realtà. Almeno a Taormina dove le presenze negli ultimi 2 anni post-pandemia dimostrano che ottobre è definitivamente passato da media ad alta stagione e che novembre è ormai diventato un mese abbastanza richiesto dalla clientela internazionale, anche per fattori climatici.

“Sulla base delle nuove richieste del mercato turistico – sottolinea Gerardo Schuler, presidente Associazione Albergatori Taormina – la destagionalizzazione, intesa come prolungamento della stagionalità, è ormai assolutamente possibile. Pur volendo destagionalizzare, gli alberghi sono di fatto però pesantemente penalizzati dalle attuali norme che limitano la stagionalità ancora al 31 ottobre, oppure massimo al 30 novembre sulla base di eventuali accordi locali con le organizzazione sindacali che vengono rinnovati spesso a fatica. Non ha senso, dunque, parlare di destagionalizzazione quando si continua a costringere gli alberghi che decidessero di allungare la loro apertura stagionale di qualche settimana, superando gli 8 mesi, a dovere trasformare i contratti di lavoro stagionali a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. Per una destinazione turistica stagionale come Taormina – spiega Schuler – necessitano deroghe alle norme e agli accordi locali vigenti non più corrispondenti alla realtà del mercato turistico, prolungando la stagionalità ad almeno 10 mesi, come fra l’altro previsto e auspicato nel Patto D’Area “Costa del Sole” della provincia di Messina del 2024. Se si riuscisse a dare a Taormina la possibilità di prolungare la stagionalità a 10 mesi, se ne avvantaggerebbe il settore turistico di tutta la Sicilia considerato che Taormina da sola rappresenta il 15% del pil siciliano”.

La proposta del numero uno degli albergatori taorminesi dunque potrebbe rientrare tra quelle proposte nel corso della 26esima edizione di Travelexpo, che si era svolta al CDSHotels Città del Mare di Terrasini ad aprile scorso, con un confronto condiviso tra i governi nazionale e regionale e delle organizzazioni rappresentative del settore (vedi news). Si tratta di alcune richieste rivolte al governo nazionale per incentivare i flussi turistici in Sicilia nel periodo novembre-marzo: dalla decontribuzione degli oneri sociali per le imprese al considerare “spesa detraibile” la fattura della vacanza, e ancora l’abolizione dell’addizionale comunale sugli imbarchi e lo sforzo congiunto per la rigenerazione urbana delle periferie. Proposte che si affiancano a quelle rivolte al governo della Regione, al quale è stato suggerito di dare una svolta al patrimonio archeologico e museale diffuso puntando su una “Sicilia il più grande parco archeologico del Mediterraneo” e di sviluppare un sistema di “Salute e benessere” per il recupero e la valorizzazione delle stazioni termali di Sciacca, Acireale e Termini Imerese.

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