"Se qualcuno degli albergatori di Cefalù ha in mente di 'consegnare' le chiavi della propria attività, l’indirizzo giusto non è il Municipio di Cefalù, bensì quello di Palazzo Chigi". Così il sindaco Giuseppe Guercio ha replicato alla ‘serrata’ degli albergatori che ieri hanno deciso di chiudere le loro strutture in segno di protesta contro le tasse troppo alte.
“Siamo consapevoli – si legge in una nota firmata dal primo cittadino – del momento assai difficile, per via della grave crisi economica, che colpisce le famiglie e gli operatori economici di tutti i settori, compresi, ovviamente, gli albergatori. Ma non condividiamo la ‘serrata’, specie se rivolta, assai impropriamente, contro il Comune di Cefalù.
Gli operatori del turismo sono persone, in genere, ben informate, cui non può sfuggire la ricaduta, sugli enti locali, delle manovre del governo nazionale. I pesanti tagli ai trasferimenti richiedono l’aumento di imposte come l’imu, così come è accaduto nella stragrande maggioranza dei comuni. L’aumento al 10,6 per gli immobili oltre la prima abitazione, non è una peculiarità di Cefalù. Alla stessa stregua hanno operato città come Palermo, o centri turistici come Taormina.
L’aumento della imposizione copre, per l'appunto, a mala pena, i tagli di trasferimenti, in un Comune pieno di debiti lasciati dalle allegre gestioni delle precedenti amministrazioni, nei cui riguardi tutti, anche gli albergatori, avrebbero dovuto essere più attenti, pretendendo quella lotta agli sprechi che noi stiamo operando. Riteniamo che quegli alberghi, non tutti in verità, che hanno chiuso i battenti lo abbiano fatto per quella pausa stagionale che a novembre è una consuetudine. Detto ciò, siamo, come sempre, pronti ad ascoltare proposte sensate, per ciò che è nelle nostre possibilità”.