Come cambia il turismo a Taormina post-covid

“I dati sul movimento turistico italiano nei primi sei mesi del 2022 hanno dato un segnale certamente incoraggiante, ma non del tutto rassicurante. Infatti, se facciamo il raffronto con il 2019, ultimo anno pre-crisi, si registra un calo del 17%. Quindi, al di là delle impressioni, il dato è inferiore alla percezione. Penso che la percezione sia superiore al dato statistico perché siamo tutti condizionati da due anni di pandemia. In questo quadro generale la Sicilia non fa eccezione”. A fare un’analisi della situazione è Mario Bolognari, sindaco di Taormina nonché prima cità turistica della Sicilia .

“Non fa eccezione neanche Taormina, anche se il calo rispetto al 2019 è del 14%, cioè meno negativo di quello nazionale”. Il primo dato, sempre secondo Bolognari, è la forte incidenza dei clienti degli alberghi a cinque stelle e cinque stelle lusso: oltre 76 mila in sei mesi, in dieci strutture. “Si calcola che un cliente di questo tipo – dice il sindaco- spende in città una cifra che grosso modo equivalente a quella che spende in albergo”. Le attività ricettive extra alberghiere hanno fatto un ulteriore passo avanti nella loro capacità di offrire una soluzione a italiani e stranieri. Questo tipo di offerta ha coperto il 15% del totale.

Terzo dato evidenziato dal sindaco è il cambiamento della composizione del turismo. Primi sono gli italiani, con 75 mila presenze, mentre gli stranieri, che prima si attestavano all’85%, adesso sono al 78% del totale. Ma l’elemento che più deve far riflettere è che il primo gruppo tra gli stranieri non è più quello dei tedeschi, ma quello degli statunitensi (47 mila) seguiti dai britannici (46 mila).

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