Il turismo balneare genera in Sicilia oltre 355 mln

Nella ricerca focus sugli stabilimenti balneari: gli stranieri spendono di più

Nel corso degli anni è cambiata la funzione degli stabilimenti balneari che da strutture emblema di sicurezza e di affidabilità negli anni ‘50 sono diventati veri  e propri luoghi di ritrovo con attività di intrattenimento serale, attività ludiche, di intrattenimento e di ristorazione. E anche al passo con le nuove tecnologie. Da un questionario somministrato ad un gruppo di stabilimenti balneari siciliani, contenuto nella ricerca dell'Otie presentata stamattina a Palermo nel corso del convegno "Il demanio marittimo e le imprese turistiche: una risorsa da valorizzare" organizzato da Confesercenti Sicilia, è emerso che il 61% vanta un sito web con relativa possibilità di prenotazione on line, ma non tutti sono attenti alle nuove esigenze della domanda, dal momento che solo il 57% offre il wi-fi.
Solo il 43% offre il servizio di animazione per bambini e leisure, che per lo più si concretizza in "musica". Il  59% delle aziende svolge anche attività di noleggio, i cui principali prodotti richiesti sono canoe e pedalò. In termini di accessibilità, si evince che la maggior parte degli stabilimenti è raggiungibile con i mezzi e solo il 10% sorge in spiagge in cui è possibile arrivare solo a piedi. Sono complessivamente serviti da mezzi pubblici il 51% dei litorali.
Con riferimento alla provenienza dei turisti, su tutti prevalgono gli italiani (66%) con in testa Lombardia, Lazio e Campania, mentre il 34% della domanda turistica, costituita da stranieri, proviene principalmente da Germania, Francia ed Inghilterra. La presenza di turisti stranieri implica la necessità di disporre di personale che parli le lingue, presente nel 96% degli stabilimenti intervistati. Anche se è poco diffusa la presenza di personale che parla tedesco.
Emerge inoltre che il turista balneare straniero preferisce visitare le coste siciliane per lo più in coppia, mentre gli italiani si spostano maggiormente con la famiglia. Basse le percentuali di clienti che effettuano una vacanza al mare con le comitive di amici e vanno dal 15% degli stranieri al 21% degli italiani e dei visitatori di giornata.
A spendere di più all'interno degli stabilimenti sono gli stranieri (circa 32 euro al giorno a persona), quasi il doppio rispetto ai residenti in Sicilia (13.65 euro) ed il 38% in più rispetto gli italiani provenienti da altre regioni (23.78 euro).
Complessivamente sono attribuibili al turismo balneare ben 355.230.258,72 milioni di spesa diretta sul territorio, nel corso di una singola stagione estiva, di cui il 38% (ovvero 135.470.021,94 milioni) dovrebbe ricadere all'interno degli stabilimenti balneari, se questi fossero posti nelle condizioni di svolgere in modo ottimale la propria attività.
A prescindere dal viaggio e dall'alloggio, gli acquisti maggiormente diffusi durante la vacanza al mare per italiani e stranieri possono essere sintetizzati come segue; bar, caffè, ristoranti e pizzerie;  acquisto di cibi e bevande nei supermercati e negozi; stabilimenti balneari e spese ad essi connesse; prodotti editoriali/giornali; souvenir; escursioni; shopping e soprattutto acquisto di capi d'abbigliamento; spettacoli musicali; eventi enogastronomici e folkloristici; attività sportive; visite a monumenti e musei; gite in barca a noleggio.
Gli operatori evidenziano alcuni vincoli allo sviluppo in parte imputabili al settore pubblico. Sono per lo più dei vincoli di carattere burocratico, che si incrociano con le nuove tendenze del mercato internazionale in cui destinazioni meno care si impongono accanto ad una riduzione del periodo di vacanza. Ma gli stessi operatori hanno fornito alcuni suggerimenti per il miglioramento del comparto che prevedono, accanto ad uno snellimento della burocrazia, un miglioramento dell'accesso al litorale mediante mezzi pubblici ed una più attenta e costante pulizia delle spiagge.

 

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