In Sicilia canoni balneari più cari del 600%

L’assessore Lo Bello vuole allineare l’Isola al resto d’Italia ma la categoria protesta

Aumenta del 600% il canone annuo delle concessioni demaniali marittime secondo l'ultimo decreto approvato dalla Regione Siciliana. Dunque i privati devono pagare alla Regione sei volte il pedaggio dello scorso anno per l'uso del litorale siciliano: dal lido balneare ai porti turistici, passando per attracchi di barche, ristoranti e alberghi. L'aumento si applica subito e ha valore retroattivo: dal 1° gennaio 2013, "ferma restando la maggiorazione del 4%, del 7% e del 10% relativamente alle aree a bassa, media e alta valenza turistica".
Dagli uffici della Regione dicono che finora per il demanio marittimo in Sicilia si pagava poco: in media 0,90-1,50 euro al metro quadro. A Mondello – scrive ilmattinodisicilia.it – lo stabilimento della Società Italo Belga paga 42.314 euro l'anno per 39mila mq di concessione, fatturando circa 7 milioni di euro mentre alla Playa di Catania ci sono i casi del Lido Azzurro (44.858 euro per oltre 50mila mq, fatturato di 1,4 milioni), del Villaggio turistico europeo (25mila euro per 33mila mq) e del Lido America (18.550 euro per 22.500 mq); nel siracusano, a Fontane Bianche il Lido Sayonara sborsa meno di 10mila euro l'anno per 7.240 mq e lo Yacht club di Marzamemi un euro al mq per complessivi 18.000; a Giardini Naxos lo stabilimento Cacciola scuce in media un po' di più: 17.142 euro per 13.500 mq.
Complessivamente, nel 2011 la Regione incassava 11 milioni per 922 chilometri lineari di costa, con una media di 5.300 euro per gestore, meno di un terzo rispetto ai 18.585 del Veneto. E poi c'è il cosiddetto "canone ricognitorio" – riservato a istituti culturali, enti pubblici, ordini religiosi e associazioni sportive dilettantistiche – con ulteriori "sconti" dal 50 al 90% rispetto alle tariffe base.
Ed è proprio da qui che parte la crociata dell'assessore regionale al Territorio e ambiente, Mariella Lo Bello: "Abbiamo voluto allineare la Sicilia al resto d'Italia, adeguando canoni che erano scandalosamente bassi rispetto sia al valore del demanio, sia al raffronto con altre realtà". L'obiettivo ora è incassare sin da quest'anno 52 milioni.
Polemica la Fiba Confesercenti. "La motivazione addotta dall'assessore Lo Bello che l'incremento tende ad adeguare i canoni al resto d'Italia – si legge in una nota – non tiene conto della particolare situazione locale, che costringe i gestori a proporre prezzi per servizi inferiori a quelli praticati in altre regioni. L'aumento dei canoni appesantirà ulteriormente un settore che si confronta quotidianamente con gli elevati costi derivanti da adempimenti burocratici farraginosi e spesso in contrasto tra loro". Pertanto la categoria proclama lo stato d'agitazione in attesa dell'incontro che avverrà lunedì 20 maggio tra il presidente di Confesercenti Regionale Vittorio Messina e il presidente Crocetta.

 

editore:

This website uses cookies.