Costa Crociere, e non solo, potrebbero dire addio agli scali a Palermo. Un grave danno per l'economia cittadina da imputare agli aumenti tariffari decisi dall'Ente portuale di Palermo per l'autorizzazione all'attracco e alla fruizione dei servizi essenziali. A lanciare l'allarme è il deputato regionale del Pdl Francesco Scoma dopo esser venuto a conoscenza che le compagnie navali, a cominciare appunto da Costa, intendono dirottare le proprie navi da crociera a Catania mentre Royal Carribbean potrebbe ridurre i propri attracchi del 70%.
"A partire dal 2007 – sottolinea Scoma che intende presentare un'interrogazione all'Ars – la media di presenze e di permanenza di turisti sbarcati dalle navi da crociera in città è sempre stata superiore alle 450mila unità, con un picco positivo la scorsa estate di ben 550 mila turisti".
Per il presidente dell'Authority, Nino Bevilacqua, si tratta di allarmismi esagerati: una riduzione delle navi nel 2012 ci sarà – spiega – ma non più di 30 su un totale di 250 e non per l'aumento delle tariffe, ma solo per ragioni tecniche legate all'inizio dei lavori di rifacimento della stazione marittima e del molo Santa Lucia.
"A giorni – dice Bevilacqua – sarà montata una tensostruttura di appoggio per i passeggeri e cominceranno i lavori alla stazione marittima, che non sarà più fruibile. A ciò si aggiungeranno i lavori al molo. Abbiamo avvisato tutte le compagnie ma nessuna lascerà Palermo, arriveranno solo meno navi". Secondo il presidente dell'Autorità Portuale, poi, "non esiste un caro-tariffe. Siamo stati obbligati a praticare un aumento del 1'% ma restiamo il porto con i costi più bassi d'Italia".