Pronti 20 mln per avviare i distretti turistici

Dei fondi europei l’assessorato ne ha speso l’80% ma solo il 20% è stato certificato a Bruxelles

Circa 40 milioni di euro dei fondi Po-fesr 2007-2013 della misura 3.3.3.4.A-C, di cui la metà già disponibili, verranno utilizzati per l'attivazione dei 23 distretti turistici di cui 16 territoriali e 7 tematici approvati dall'assessorato regionale al Turismo. Ad oggi il 36% dei comuni siciliani aderisce a un distretto tematico e il 77% aderisce a un distretto territoriale.
"La scelta dei distretti turistici – ha detto l'assessore regionale del Turismo, Daniele Tranchida – segna un punto di svolta nella gestione del turismo in Sicilia perché coinvolge a pieno titolo le realtà territoriali, quelle che poi devono gestire in concreto i flussi, e perché mette in sinergia pubblico e privato in una progettazione dal basso, condivisa e con risorse certe".
I requisiti fissati nel bando finalizzato al riconoscimento sono l'adesione di 12 comuni, con almeno 150.000 abitanti nel territorio interessato; capacità di ospitalità a fini turistici con non meno di 7.500 posti letto ed 1 esercizio commerciale ogni 350 abitanti; di governance con almeno il 30% della compagine sociale a titolarità privata. E' lasciata facoltà di scelta in merito alla forma aggregativa.
Presupposto indispensabile resta la presenza degli elementi di attrazione turistica e delle emergenze culturali, ambientali e paesaggistiche che caratterizzano il territorio nonché le sue potenzialità.
Ai promotori dei Distretti è stata chiesta, inoltre, la predisposizione di un piano di sviluppo turistico non inferiore a tre anni, e un relativo piano finanziario che contenga una dettagliata ricognizione delle risorse turisticamente rilevanti, disponibili nell'area.
Per il presidente dell'Anci Sicilia, Giacomo Scala, "la nascita dei Distretti turistici è una svolta importantissima. Mi auguro che la Regione impegni in maniera organica tutte le risorse finanziarie disponibili".
E a proposito di risorse, l'assessorato al Turismo ha reso noto di aver speso l'80% dei fondi europei a disposizione. Di questi solo il 20% è stato certificato a Bruxelles. "Ma la colpa – ha spiegato Marco Salerno, direttore del Dipartimento Turismo – è di un sistema che prevede una doppia verifica delle fatture e poi il caricamento dei dati su una piattaforma che si chiama Caronte. C'è però poco personale destinato a questo lavoro e si accumulano ritardi".

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