Firenze contro Airbnb in centro ma il Tar dice no

Sceglie per il ‘no’ ma senza entrare nel merito il Tar sulla norma del Comune di Firenze relativa allo stop agli affitti brevi nell’area Unesco del centro mentre da Palazzo Vecchio la linea, tracciata dalla sindaca Sara Funaro, è quella di “andare avanti senza indugio”.

Quando la delibera contro gli affitti brevi era stata approvata in Consiglio comunale avevano votato contro Iv (in maggioranza la scorsa giunta), il centrodestra e il gruppo Centro. Lo stesso giorno il capogruppo di Fi in Consiglio regionale della Toscana Marco Stella aveva annunciato il ricorso al Tar. Il 9 maggio l’udienza di merito. Oggi la sentenza che per Palazzo Vecchio non annulla la variante: ravvisa “solo un non condivisibile cortocircuito tra i due strumenti urbanistici”.

“Andiamo avanti senza indugio – afferma per questo Funaro -. Nella prima seduta utile della giunta porterò l’approvazione della variante per ribadire lo stop agli affitti brevi. Rimane l’inerzia di un governo indifferente rispetto ai problemi di overtourism che affliggono città d’arte come Firenze”.

Di “buona notizia” parla invece Airbnb che però riconosce “le sfide che i centri storici di città d’arte come Firenze si trovano ad affrontare” e si dice pronto a collaborare.

E anche il presidente AIGAB Marco Celani ribadisce la volontà di piena cooperazione con la nuova amministrazione. “Spiace che la sindaca Funaro abbia già dichiarato di perpetuare la linea Nardella senza preoccuparsi di istruire un confronto vero con le parti sociali aprendo la strada a nuovi contenziosi. Restiamo disponibili al confronto, portando i nostri numeri e le nostre proposte. Crediamo che una contrapposizione in tribunale sia sterile e non conforme a principi di democrazia partecipativa che ci piace pensare debba coinvolgere tutti coloro che sono parti in causa. Nella sostanza il TAR dice che i cittadini fiorentini si meritano e necessitano di leggi chiare e scritte bene, con procedimenti legislativi possibilmente rapidi e partecipativi. Un gran pasticcio, quello della Giunta Nardella, che auspichiamo altre città italiane, a partire da Bologna e Venezia, non vogliano imitare”.

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