Uffizi, una sala speciale per le opere di Michelangelo e Raffaello

 

Il Tondo Doni di Michelangelo Buonarroti al centro di una enorme parete ‘oblò’, messo in compagnia di un”altra superstar dell’arte’, la Madonna del Cardellino di Raffaello: sono i protagonisti della nuova sala dedicata ai due grandi artisti al secondo piano degli Uffizi. Nello spazio, con pareti di colore grigio soffice per esaltare la vividezza dei colori delle opere, spiccano anche altri capolavori di Raffaello: i ritratti di Guidobaldo da Montefeltro ed Elisabetta Gonzaga, quelli di Angelo e Maddalena Doni, ed il San Giovannino, le cui forme scultoree fanno da ‘specchio’ al Tondo. Ci sono poi 3 dipinti di Fra Bartolomeo: la grande Visione di San Bernardo, Porzia, ed il piccolo dittico dell”Annunciazione’, ed una marmorea testa ellenistica, l”Alessandro morente’, molto famosa nel Rinascimento. “Undici vere e proprie bombe della storia dell’arte – ha detto Eike Schmidt, direttore degli Uffizi – che abbiamo tolto da angoli della galleria dove, per varie ragioni, non avevano la visibilità che meritavano. Questo affinché assieme, con la loro incredibile forza espressiva, potessero simboleggiare e celebrare la gloria del primo decennio del ‘500. In quel momento Firenze era capitale artistica, culturale scientifica di tutto il mondo: in pratica, allo stesso tempo la Soho, la Montmartre, la Silicon Valley dell”Occidente di allora’.
Agli Uffizi le opere di Raffaello – ha sottolineato Schmidt – erano relegate ed intristite in una sala di passaggio, al primo piano, del tutto fuori contesto dopo Bronzino e Pontormo. In pochissimi si fermavano a guardarle; le rare volte in cui succedeva, per di più, l’intero il flusso di visitatori si bloccava”.
Quanto al Tondo del Buonarroti, si trovava già al secondo piano ma nella sua precedente collocazione, aggiunge il direttore, “era circondato da opere di artisti fiorentini a lui ispirati, che impallidivano al confronto”. Ora invece il “dialogo tra Michelangelo e Raffaello, con la sua naturalezza, esalta entrambi: nel rapporto che si crea tra il Tondo Doni e la Madonna del Cardellino, dove Buonarroti insegue la vivacità pittorica del colore di Sanzio, e nel San Giovannino, dove è invece Raffaello a trarre ispirazione dalla plasticità scultorea di Buonarroti”, ha spiegato Schmidt. Inoltre il 9 luglio, a fare da dirimpettaio a questa ‘sala delle star’, al secondo piano aprirà anche una sala tutta nuova per Leonardo: cambieranno casa, spostandosi dal primo piano, L’Adorazione dei Magi, l’Annunciazione e il Battesimo di Cristo: “In quella collocazione – ha detto il direttore – la loro grandezza risultava in qualche modo solitaria. Mentre l’obiettivo generale di questo ‘risiko’ è ricreare, grazie agli accostamenti realizzati, il momento magico del Rinascimento, nel primissimo scorcio del ‘500, nel quale Leonardo, Raffaello e Michelangelo si trovavano tutti e tre insieme a Firenze”.

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