Concordia, impatto sul turismo tra luci e ombre

Ortelli: un impatto economico c’è stato ma non è panacea di tutti i nostri mali

La Concordia ha spaccato in due l'isola del Giglio. Da una parte le attività commerciali del porto, che hanno beneficiato della presenza della nave; dall'altra quelli che hanno un'attività turistica a Giglio Castello o Campese. "Ma quale business, non è arrivato certo Babbo Natale", commenta  Sergio Ortelli, sindaco del Giglio, snocciolando dati e numeri. "Il Giglio – spiega – è una monocultura turistica. Il 90% del pil dell'isola è fatto dal turismo e il 90% delle strutture ricettive si trovano dall'altra parte dell'isola, quella che ha avuto il danno maggiore. Dunque quello che è successo al porto, semmai, ha solo consentito di ripianare in parte le perdite, ma niente di più”. 
L'Osservatorio turistico della Cciaa di Grosseto ha certificato nel 2012 un 30% in meno di presenze turistiche. Calo dovuto alla Concordia per il 18% e alla crisi per il 12%. A Campese e Castello il calo tra aprile e maggio 2012 ha raggiunto punte del 40-50%. Il 2013 si chiuderà con un leggero miglioramento, ma il calo dei turisti è del 20%. È indubbio, però, che la presenza della nave abbia fatto crescere l'economia del porto, dove vivono costantemente gli uomini che lavorano al cantiere. L'albergo che ospita il quartier generale di Titan Micoperi ha ottenuto un contratto fino ad aprile 2014 di 800mila euro l'anno.  E poi ci sono i bar e i ristoranti, quasi sempre pieni anche d'inverno.    “Quella del porto non è la realtà del Giglio, non fatevi un'idea sbagliata – ripete il sindaco – Ovvio, un impatto economico c'è stato e siamo contenti di questo, ma non è certo la panacea di tutti i nostri mali. Speriamo solo – conclude – che quando tutto questo sarà finito, tornino i nostri turisti affezionati. E a loro si aggiungano anche quelli che, venuti qui per un giorno per vedere la nave, decidano di venire a vedere anche questa splendida isola”.

 

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