Il Muse, museo della scienza di Trento, dalla sua inaugurazione nel 2013, è stato visitato da 702.685 persone, di cui 134.897 studenti, 39.011 con le visite di gruppo e 16.414 partecipanti alle visite guidate. È quanto rivela un rapporto sull’indotto generato dal Muse sulla base di una rilevazione effettuata sul numero di ingressi e la provenienza dei visitatori arrivati dall’agosto 2013 a novembre 2014.
“Si tratta di numeri che vanno oltre la prospettiva del 2003, quando si iniziò a pensare al Museo delle scienze: allora erano stati stimati non più di 160.000 visitatori l’anno”, ha detto Michele Lanzingher, direttore del museo.
Le cifre dell’impatto economico avuto dal Muse sul territorio sono pari a 50.850.000 euro: 10.800.000 euro generati da appalti, forniture, servizi, buste paga a dipendenti e collaboratori. L’indotto sul sistema economico provincia è stato stimato in 32.150.000 euro, di cui 26.275.000 euro nel comparto dell’ospitalità, 1.560.000 euro nella ristorazione, 2.005.000 euro nel settore trasporti (tra pedaggi in A22 e benzina), 1.150.000 euro in visite in centro città o nel resto del Trentino, 965.000 euro in shopping e 195.000 euro in trasporti di gruppi di studenti trentini in visita al Muse. Altra cifra sostanziosa sono i 7.900.000 euro di impatto fiscale tra Irpef, Irap, Iva, Ires con aziende in concessione.
Quanto ai visitatori, la fetta più consistente (68%) risiede fuori provincia, il 10% sono invece residenti nel comune di Trento, il 19% nel resto della Provincia e il 3% gli stranieri.
“Non si tratta di incapacità del sistema a cogliere le visite dei turisti esteri, stiamo impostando delle politiche di comunicazione, ci vogliono però relazioni e interventi molto specifici in collaborazione con le Apt, i Comuni e con Trentino Marketing – ha aggiunto Lanzingher – In ogni caso i risultati fin qui ottenuti sono soddisfacenti. Abbiamo colto la capacità di intrattenere i visitatori e cercheremo di sviluppare sempre più l’attitudine del Muse ad essere realtà sociale, con una forte tradizione di collocamento locale e allo stesso tempo grandi aperture verso l’estero e il rapporto con le imprese, che genera ricadute non solo economiche”.