Tassa soggiorno, il no degli albergatori di Trento

Bort: è il principio che non va bene e non accettiamo

“Si predisponga un progetto di razionalizzazione e riorganizzazione del sistema promozionale e poi se ne discutano le modalità di finanziamento”. Con queste parole gli albergatori trentini di Asat (Associazione Albergatori) ed Unat (Unione Albergatori) respingono l’introduzione della tassa di soggiorno a Trento.
“Abbiamo appreso – dice Giovanni Bort, presidente Unat – da un documento di Trentino School of Management l’intenzione delle Apt di richiedere l’introduzione di una tassa di soggiorno in Trentino per finanziare le aziende di promozione. La cosa ci ha lasciati sorpresi: all’analisi sull’opportunità di questa richiesta potevano anche invitare la categoria degli albergatori e sentire che cosa avevamo da dire. Il 2014 non è così lontano ed il provvedimento è stato comunque inserito nella prossima manovra finanziaria provinciale. Occorre percorrere altre strade – spiega Bort – perché non possiamo farci carico dell’imposizione di nuove tasse verso chissisia. C’è ampio margine per riflettere di riduzione dei costi, nuove forme di compartecipazione volontaria, o altro. Ciò su cui non possiamo transigere è l’inasprimento del carico fiscale. Al di là dell’entità dell’imposta, è il principio che non va bene e non accettiamo. Tanto più – prosegue – che la riforma delle Apt era nata anche per allargare la platea dei finanziatori e consentire loro di avere voce in capitolo sull’attività promozionale. Introducendo la tassa, sviliremmo anche quel tipo di impostazione. Dialogo e confronto tra privati ed Apt verrebbero a cessare”.
“Vorrei partire – dice Luca Libardi, presidente Asat – da un’analisi della strutturazione dell'apparato d'accoglienza e promozionale trentino, ovvero dai sistemi di finanziamento. Le Apt e l’organizzazione di Trentino Marketing è stata pensata 10 anni fa; probabilmente ha bisogno di alcune sistemazioni. Nella proposta dei presidenti delle Apt abbiamo visto affrontare molto velocemente il problema della riorganizzazione per dedicarsi più puntualmente sui sistemi di finanziamento. Non è un buon metodo di lavoro. Non c'è spazio – prosegue – per una ulteriore tassazione ma, casomai, per una spending review. C’è un’altra questione importante: oggi il Trentino turistico ha dato una risposta abbastanza efficace in un momento difficile. Ogni intervento di appesantimento su questo settore può essere una attività molto pericolosa: se va in crisi anche il turismo non so quali ripercussioni possa avere sull’intero indotto che vi gravita. Il turismo, infatti, è un'offerta di sistema che vede coinvolti molti attori, molti lavoratori e molte imprese. Ci auguriamo – conclude Libardi – che vi sia lo spazio di dialogo con il governo provinciale per ribadire le nostre motivazioni”.

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