Nei giorni scorsi a Trento si è svolta la manifestazione dell’Associazione animalisti italiani, del Fronte animalista e degli Irriducibili liberazione animale “per salvare gli orsi del Trentino”.
Un gruppo di attivisti ha effettuato un presidio davanti alla sede della Provincia di Trento e ha occupato l’ufficio del turismo per chiedere il ritiro dell’ordinanza che stabilisce la cattura dell’orsa KJ2, responsabile di due aggressioni.
“L’incontro – ha spiegato Walter Caporale, presidente degli Animalisti Italiani Onlus – voleva essere un’occasione preziosa per un confronto e l’individuazione di un Piano d’Azione condiviso per migliorare la convivenza tra la comunità cittadina e gli orsi, sfruttando al meglio i fondi europei del progetto Life Ursus sull’esempio virtuoso della regione Abruzzo. Ma la delusione è tanta: l’assessore ha rifiutato di darci la sua parola che dietro a queste politiche ostili verso gli orsi non ci siano interessi economici come la costruzione di nuove funivie, impianti da sci e strutture simili”.
“La politica – ha aggiunto Caporale – dovrebbe mediare e trovare soluzioni che non devono essere prese dalla pancia degli italiani. È naturale che se i cittadini vengono interpellati immediatamente dopo fatti di aggressioni, la risposta sia di estrema paura e avversione verso gli orsi. La Provincia di Trento si impegni invece in una seria politica di tutela e di equilibrio tra la comunità cittadina e quella animale. Ugo Rossi, non sa cosa vuol dire tutelare l’orso, si ricorda però di prendere i soldi dell’Ue. Cosa ne fa di quei soldi? Perché non li impiega per politiche di sicurezza che evitino aggressioni ed eventi spiacevoli?”.
“Noi non molleremo. Se la PAT continuerà a catturare ed uccidere gli orsi – ha concluso Roberto Serafin, leader del Fronte Animalista – faremo di tutto perché le vengano bloccati i fondi europei e perché le persone si rifiutino di trascorrere le loro vacanze in una Provincia che non rispetta lo splendido habitat che la circonda, quindi anche gli orsi. Ambiente che costituisce il suo fiore all’occhiello e fa di Trento una richiesta meta turistica”.