Carlo Virili, archeologo dell’università La Sapienza di Roma, parla del ‘Ponte del Toro’ definendolo “opera monumentale più imponente del ternano, dopo il Cavo Curiano. Doveva essere un manufatto molto importante – aggiunge – lo testimoniano la dimensione dei blocchi, la messa in opera, il numero enorme delle persone che ci hanno lavorato, tutto ciò ci induce a dire che questo è il più grande manufatto di età romana del territorio di Terni”.
L’opera è stata scoperta agli inizi del 900 da Luigi Lanzi che ha fatto una operazione di pulizia e, da quel momento il Ponte è rimasto sempre visibile, anche se l’abbandono ha portato ad un degrado sempre più avanzato. Secondo Federico Nannurelli, dirigente del Comune di Terni, i lavori di recupero “si concluderanno entro 6 mesi, quindi l’opera sarà fruibile nella prossima stagione turistica”.
“Il Ponte del Toro – ribadisce Nannurelli – costituirà una delle porte di accesso all’area turistica, escursionistica della Cascata delle Marmore; verrà realizzato un sentiero che parte da questa località e arriverà dentro l’orto botanico della Cascata delle Marmore”.