Tassa soggiorno, il no di Confcommercio e Federalberghi

Per le due associazioni la tassa è penalizzante per il turismo

Sia Confcommercio che Federalberghi Perugia ribadiscono il proprio no all'introduzione della tassa di soggiorno. A pochi giorni dal confronto con il Comune di Perugia, le due associazioni di rimarcano la propria posizione definendo la tassa “del tutto inaccettabile, perché estremamente penalizzante non solo per il settore del turismo, ma anche per tutte le imprese della filiera e per l'intero territorio”.
“Il nostro auspicio – Sergio Mercuri e Andrea Barberi, rispettivamente presidente di Confcommercio Perugia e di Federalberghi Perugia – è che su questo tema il Comune sia disponibile ad un confronto vero, non condizionato da decisioni già prese a monte. Dopo la reintroduzione dell'Ici – Imu, la rivalutazione degli estimi catastali e le addizionali, anche le casse delle amministrazioni locali non dovrebbero essere più così bisognose di una ulteriore tassa. Invitiamo il Comune – continuano – a non considerare perciò questa tassa come un male inevitabile, perché il provvedimento significherebbe perdere competitività su un mercato sempre più esigente. Questo anche alla luce dell'orientamento contrario, o almeno dubbioso, circa l'introduzione della tassa di soggiorno che hanno manifestato i sindaci di alcuni comprensori turistici di eccellenza dell'Umbria, come Assisi e Todi, e non ultimo anche l'assessore regionale al Turismo, Fabrizio Bracco, sensibili alle conseguenze negative di questa scelta sul movimento turistico umbro e pronti a trovare soluzioni alternative per far tornare i conti”. Confcommercio e Federalberghi Perugia, sperano che scelte introdotte nel bilancio “gravino il meno possibile su cittadini ed imprese, valutando attentamente l'impatto che ogni provvedimento avrebbe sulla realtà economica locale e rifuggendo da soluzioni che se oggi fanno incassare 10 rischiano di far perdere 1000 in prospettiva”.

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