Tassa soggiorno, il no di Faita Confcommercio

Migliorati: è doppiamente penalizzante per campeggi e strutture all’aria aperta

Le strutture ricettive all'aria aperta dell'Umbria, rappresentate dalla Faita Confcommercio, dicono no all'introduzione della tassa di soggiorno. "L'imposta – ha detto Monica Migliorati, presidente Faita – è doppiamente penalizzante per i campeggi e in generale le strutture ricettive all'aria aperta. Infatti, nel costo giornaliero di un campeggio, che mediamente si aggira su cifre inferiori ai 10 euro, l'incidenza della tassa di soggiorno, anche fosse 1 euro, è molto più evidente e rilevante per la clientela. In un momento così difficile per il turismo questo rischia di tagliare le gambe a tante strutture e di rendere il nostro territorio meno competitivo".
La preoccupazione della Faita Umbria è raddoppiata a seguito di un'indagine realizzata tra le strutture associate che evidenzia nella regione una diminuzione del 4% negli arrivi e nelle presenze. Alcune zone (Ternano e Valnerina) segnano un trend positivo, ma il segno negativo è dato dal crollo di presenze ed arrivi al Trasimeno (-15%). Questo andamento negativo si riflette anche nei fatturati delle imprese, calati in media del 10% rispetto al 2010. La clientela prevalente dei campeggi (80%) è costituita da stranieri, Olanda, Belgio e Germania restano i principali mercati europei, con un calo sensibile di presenze nell'area del Trasimeno.
"Eppure – ha aggiunto la Migliorati – nonostante una situazione idrica accettabile, il Trasimeno continua a perdere appeal nei confronti dell'estero e già vari TO lo hanno tolto dai loro cataloghi. Per quanto riguarda il 20% di clientela rappresentata dagli italiani, il 50% proviene dal Sud, il 40% dal Nord e il 10% dal Centro Italia. La permanenza media resta per gli stranieri di 1 settimana, mentre cala sensibilmente quella degli italiani, che si attesta attorno ai 3 – 4 giorni. Come dimostrano i dati – ha concluso – l'inserimento della tassa di soggiorno andrebbe a gravare in una situazione già di per sé pesante, che richiede invece alla Regione uno sforzo straordinario sul fronte della promozione e della comunicazione, per ridare all'intero comparto una visibilità ed incidenza accettabile nei mercati, soprattutto internazionali".

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