L’Umbria fa i conti con il calo del turismo post-terremoto

L’Umbria fa ancora i conti con le conseguenze degli eventi tellurici del 24 agosto e del 30 ottobre. Oltre ai danni materiali, vi sono infatti quelli economici, anche per gli effetti negativi provocati dalla paura dei potenziali turisti. I dati illustrati dalla presidente della Regione Catiuscia Marini (vice-commissario al sisma del Centro Italia) e dal vice-presidente Fabio Paparelli sono preoccupanti. Per quanto concerne il turismo, fino al 24 agosto c’era stato un boom di visite dall’Italia e dall’estero per i territori umbri. “Un caso nazionale, addirittura dati da tempi pre-crisi”: ha detto Paparelli.

Poi il dramma del 24 agosto: un brusco calo del 25% con picchi del 50% in Valnerina. Il sisma senza vittime (a differenza dei drammatici conteggi di Marche e Lazio) aveva determinato timori limitati, e cosi’ a settembre ed ottobre, grazie alle feste storiche alle visite del Papa e agli appuntamenti enogastronomici, c’era stata una decisa ripresa. Ma il colpo finale è arrivato il 30 ottobre quando l’epicentro si è registrato a Norcia. Devastazione, ma per fortuna nessuna vittima, ma il crollo dei monumenti, di intere frazioni e del centro nursino e lo sciame sismico infinito (ancora oggi) hanno messo in ginocchio il settore turistico in tutta la regione. Ovviamente meno 95% di visite in Valnerina, oltre il 50% tra Foligno e Spoleto. Il resto della provincia di Perugia con un meno 30%. La situazione sta incidendo pesantemente anche per queste feste di Natale e di fine anno.

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