Tassa di soggiorno, contraria Interski

MacIntosh: è un rischio per la competitività

Interski si scaglia contro la tassa di soggiorno in Valle d'Aosta. “Forse – dice Colin MacIntosh, manager Interski – è arrivato il momento di rivederla”. A sostenere la sua tesi anche Aurelio Marguerettaz, assessore al Turismo che, nell'ultimo Consiglio regionale,  ha detto che il 2013 è iniziato con il segno negativo.
Secondo Interski l’effetto della tassa assume un peso rilevante. Qualche esempio: domenica 7 aprile in Valle arriveranno 1.122 clienti dall'Inghilterra, a bordo di 26 pullman e per la stagione intera si calcola la presenza di 11 mila 170 clienti, in crescita del 2% rispetto alla stagione passata per un giro d'affari di circa 7 milioni di euro. Nel giorno di Pasqua i clienti Interski in  Valle erano 1039. Ma la tassa di soggiorno, spiega McIntosh, rischia di fare inceppare tutto il meccanismo. 
“Interski vende un solo prodotto: lo sci in Valle d'Aosta. Rappresentiamo il 10% del mercato delle vacanze scolastiche degli inglesi e con una sola destinazione, la Valle. Se la tassa rimane dovremo – aggiunge McIntosh – aumentare le tariffe, e perderemmo di competitività e di conseguenza clienti, in favore di altre località, come la Francia, l'Austria o la Svizzera, un circolo vizioso per eccellenza”.  MacIntosh chiude con un suggerimento alla Regione, che ha di recente deciso di puntare su mercati come India, Brasile e Cina. “Bravi, ma perché non pensare al mercato Interski. Funziona, efficace, sperimentato, affidabile, presente in Valle da 29 stagioni. Minacciato”.

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