Da gennaio a settembre, a causa della pandemia l’aeroporto Catullo di Verona ha gestito 920.630 passeggeri, con una flessione del 69,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, contro una media nazionale in flessione del 70%. Il dato è emerso nel corso dell’Assemblea dei soci che ha convenuto che il contesto di crisi rende necessario valutare nel breve termine gli interventi più adeguati per permettere allo scalo di continuare nel processo di crescita registrato negli ultimi anni ed essere protagonista nel mercato del trasporto aereo. Il 2019 si era chiuso con 3,6 milioni di passeggeri, in crescita sul 2018 del 5,2%. Nel 2020, solo gennaio e febbraio hanno registrato un traffico regolare ed in linea con il budget di crescita previsto, a cui, con il manifestarsi del Covid-19, è seguito un brusco arresto che ha portato alla chiusura dello scalo dal 13 marzo al 15 giugno. I mesi estivi sono stati caratterizzati da un leggero miglioramento del traffico, favorito dai voli domestici che hanno rappresentato il 76% del totale (nel 2019 il segmento domestico corrispondeva al 36%). Le conseguenze sul bilancio novestrale per la parte riferita all’aeroporto di Verona sono di un EBITDA in negativo di 2,3 milioni di euro, con una riduzione di 15,3 milioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nei primi 9 mesi dell’anno, l’aeroporto di Brescia ha movimentato 26.240 tonnellate di merce, in crescita del 33%, a fronte di una media nazionale in flessione del – 26,8%, confermandosi un’infrastruttura logistica fondamentale per il territorio e per l’intero Paese.