Venezia studia tassa d’imbarco aeroporti, le low cost si ribellano

Un’addizionale per chi si imbarca all’aeroporto ‘Marco Polo’ di Venezia, proposta dal Comune nell’ambito del bilancio 2023-2025, trova l’opposizione delle compagnia aeree ‘low cost’, che chiedono di bloccarla, pena la ‘perdita di competitività’ dello scalo lagunare. Lo affermano, in una nota congiunta, le compagnie aderenti alla ‘Aicalf’, di cui fanno parte i vettori EasyJet, Ryanair e Volotea.

La proposta elaborata dalla Giunta porterebbe a un incremento di 2,50 euro dell’addizionale di imbarco, portando la tassa pagata all’aeroporto di Venezia a 9euro a passeggero, la più elevata in Italia, contro i 6,50 previsti di norma negli altri scali italiani.

“L’incremento dell’addizionale di imbarco – prosegue la nota – costringerebbe i vettori a rivedere il numero di rotte e la loro frequenza da e per Venezia, a causa di una ridotta sostenibilità economica delle rotte stesse, con l’effetto immediato di un peggioramento del servizio che le compagnie aeree svolgono sulla città e sulla regione”; inoltre essa “avrebbe ripercussioni negative sull’occupazione diretta e indiretta, sull’intero sistema economico del territorio e, infine, sullo stesso bilancio del Comune per la perdita di gettito conseguente alle ricadute economiche ed occupazionali della misura proposta”. Per il presidente di Aicalf, Matteo Castioni, “aumentare le tasse e i costi a un settore, quello del comparto aereo, ancora alle prese con il recupero dalla pandemia e con il caro carburante, costituirebbe un freno a una già fragile ripresa”.

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