Venezia, Comitati lanciano allarme contro palazzi in vendita

'AAA Venezia vendesi'. È il grido d'allarme dei Comitati privati per la salvaguardia dei beni artistici e architettonici lagunari vista la tendenza, sempre più marcata, da parte di Enti, istituzioni, ma anche privati, di vendere palazzi storici e di pregio destinati a diventare alberghi. In ballo anche le preoccupazioni legate anche alla decisione di 'mettere sul mercato' 3  edifici storici, non usati e ritenuti non funzionali, da parte dell'Università di ca' Foscari.
”Esiste un concreto rischio – dice il presidente Umberto Marcello Del Majno – che il fiume di denaro si possa bloccare se non assisteremo ad un'inversione di tendenza da parte di chi gestisce la città. Bisogna stare molto attenti a non prosciugare questo pozzo – aggiunge – ed è per questo che mi è stato dato l'incarico di denunciare la situazione come viene vista con occhi amorosi per Venezia. Premettiamo – ha chiarito – che non critichiamo la voglia di ristrutturarsi dell'Università, perché riteniamo Ca' Foscari e Iuav 2 delle perle della corona di Venezia. Quel che ci preoccupa è che il vuoto di 3 palazzi sia riempito solo da alberghi, perché questo significherebbe cambiare completamente il contorno abitativo".
I Comitati hanno iniziato a preoccuparsi del destino a breve della città, che si sta tramutando solo in una meta turistica di passaggio.
"In particolare, preoccupa poi la mancanza di una guida, di un'indicazione strategica, perché Comune e autorità competenti – rileva Del Majno – ci sembra non abbiano dato alcuna indicazione su quella che deve essere la gestione urbana del territorio. Non sono un fanatico della programmazione pubblica – dice – ma un piano regolatore che indichi qual è il bene comune ci vuole. L'Amministrazione deve essere responsabilizzata a trovare una soluzione perché dubito ci sia chi abbia voglia di finanziare una nuova Disneyland".
Dal canto suo Carlo Carraio, Rettore della Ca’ Foscari commenta: “l'analisi che ha fatto Del Majno – ha è molto corretta; al di là di quel che fanno le Università, occorrono operazioni di sistema più ampie. Da 5 anni stiamo lavorando per dare alla città una prospettiva economica che non sia basata solo sul turismo''.
Per Carraro la spinta per una nuova Venezia meno inquinata dal turismo viene dalla cultura con azioni sinergiche tra istituzioni ad essa deputate Biennale in primis e con l'Università sempre più vocata alla ricerca.

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