Divieto a grandi navi provocherà danni a economia veneziana

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“Le indicazioni emerse dalla riunione governativa del 5 novembre decretano il declino del Porto Crociere di Venezia che aveva conquistato la 1^ posizione di Homeport del Mediterraneo passando da 300.000 crocieristi del 1997 ai quasi 1.800.000 del 2012 e con un know-how riconosciuto e richiesto in Italia ed all’estero”. È il resoconto di Venezia Terminal Passeggeri dopo le decisioni in merito al transito delle grandi navi nella laguna di Venezia. “Oltre al divieto del passaggio dei traghetti dall’1° gennaio 2014, che ridurrà di 416 transiti nel bacino di San Marco e nel Canale della Giudecca – continua il resoconto –  si prevede la riduzione fino al 20%, rispetto al traffico 2012 del numero di navi superiori alle 40.000 GRT, e dal 1 novembre 2014 la totale preclusione delle navi superiori alle 96.000 GRT. Ciò può comportare per il 2014 una perdita di 48 approdi, corrispondenti ad una perdita di 323.107 passeggeri (-19% rispetto alle previsioni di traffico del 2014) e dal 2015 una previsione di perdita di 174 approdi, corrispondenti ad una perdita di 1.037.397 passeggeri (-60% rispetto alle previsioni di traffico del 2014). In aggiunta, per effetto della prevista riduzione dello stazionamento giornaliero massimo di 5 navi superiori alle 40.000 GRT, si stima una ulteriore perdita di 8.408 passeggeri. In termini di ricaduta occupazionale ed economica, stante la quantificazione dell’occupazione locale pari a 4.255 addetti e di spesa diretta locale pari a 284 milioni/annui di euro e dell’indotto stimabile in 150 milioni/anno di euro, per un totale di 434 milioni/annui di euro, l’applicazione delle sopracitate norme avrà le conseguenze proporzionalmente stimabili: per il 2014: perdita di 82,5 milioni di euro di spesa diretta locale e indotto, con conseguente perdita di 808 occupati; a partire dal 2015: perdita di 260 milioni/annui di euro di spesa diretta locale e indotto, con conseguente perdita di 2.553 occupati.
Tale danno potrà essere mitigato dalla, del tutto ipotetica, collaborazione delle compagnie di crociera che potranno decidere di posizionare a Venezia navi compatibili con i divieti sopraesposti.
Inoltre – aggiunge VTP –  è stato scelto un criterio quantitativo del tutto privo di razionalità tecnica rispetto ad un criterio qualitativo che potrebbe garantire un innalzamento della già elevata sicurezza della navigazione in Laguna. Tali decisioni sembrano rispondere a ragioni estetiche ed emozionali e prescindono da tutti gli studi effettuati che hanno escluso la pericolosità del transito delle Grandi Navi in termini di possibile impatto fisico, moto ondoso e inquinamento.
Il mantenimento del traffico crocieristico nella città lagunare appare indispensabile per la conservazione dell’intero sistema della crocieristica adriatica e italiana. Venezia risulta il principale porto crociere dell’Adriatico con oltre il 35% dei passeggeri; il traffico in Adriatico è costituito per il 91,3% da navi al di sopra delle 40.000 GRT; l’89% delle navi superiori alle 40.000 GRT hanno utilizzato Venezia come porto capolinea. Qualora Venezia perdesse lo status di Homeport è più che probabile che le compagnie decidano di spostare le proprie navi in altro scalo capolinea lontano dall’Adriatico, facendo entrare in crisi l’intero sistema Mediterraneo, con una perdita stimata del 35%-40% dell’intero traffico crocieristico nazionale”.

 

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