Pioggia di disdette e perdita di fatturato per gli hotel veneziani a causa del blocco del traffico aereo causato dalla nube vulcanica. Vittorio Bonacini, presidente dell'Associazione veneziana albergatori (450 alberghi a Venezia e provincia), tira le somme delle conseguenze per gli alberghi di Venezia. Attualmente l'occupazione degli alberghi associati all'Ava è pari all'83% per la terraferma e al 75% per Venezia; ma le condizioni di soggiorno applicate dagli albergatori sono estremamente basse e tendenti a limitare al massimo il danno subito dai viaggiatori. "Abbiamo diffuso una nota a tutti i nostri associati nella quale, su suggerimento della nostra Federazione nazionale, facciamo presente che l'eruzione del vulcano in Islanda, è da intendersi come un caso di forza maggiore. Sulla base della normativa vigente, i clienti che hanno prenotato soggiorni presso nostri alberghi e che dimostrino di essere stati realmente impossibilitati ad arrivare non sono da ritenersi ‘inadempienti' – spiega Bonacini – In tale ipotesi, pertanto, l'albergo non potrà applicare le penali previste per i casi di inadempimento contrattuale, e, ove richiesto, dovrà restituire quanto ricevuto a titolo di caparra o di prepagamento, così come previsto dalla recente giurisprudenza. L'Ava – conclude – nei giorni scorsi ha diffuso una nota agli associati invitandoli a cooperare in questa situazione di emergenza in maniera tale da agevolare al massimo la clientela, sia quella che non riesce a raggiungere l'hotel, sia quella che non riesce a partire dalla nostra città, nell'ambito del dovere di ospitalità che da sempre ha contraddistinto l'albergatoria veneziana".