Mai presentarsi vestiti di bianco, il colore dei funerali, e neppure offrire una bottiglia d’acqua fresca o una camera d’albergo con il numero 4. Sono le gaffe che gli operatori turistici italiani devono assolutamente evitare nell’accogliere i visitatori cinesi. Turisti affascinati dall’Italia e soprattutto da Venezia, dove sognano di convolare a nozze. Gusti e prescrizioni fanno parte del decalogo Welcome Chinese, ‘il bollino’ di qualità che attesta le strutture di accoglienza che posseggono i requisiti per conquistare la corteggiatissima platea di viaggiatori asiatici.
Le ‘istruzioni per l’uso’ suggeriscono, ad esempio, di dosare le lodi con prudenza ed evitare la richiesta di mancia, perchè ineducata. Ma è sul colore bianco e sul numero 4 che i diktat sono tassativi. Niente abiti candidi nelle cerimonie ufficiali perché rimandano alle funzioni funerarie, via il giallo perché è segno di viltà, ma soprattutto bando al 4, numero della iella.
Se si vuole far felice un turista cinese bisogna, invece, accomodarlo in una fila o in una camera che abbia in numero 8, considerato talmente fortunato che quando in Cina si costruisce un grattacielo lo si inserisce in ogni piano. Per conquistare la fiducia dell’ospite è necessario mettere a disposizione in camera un bollitore per l’acqua calda, tazze che non siano di vetro e togliere dal frigobar qualsiasi bibita ghiacciata. Se poi si trova il modo di creare in hotel un angolo fumatori, il turista cinese ringrazierà sentitamente. Anche sul metodo di pagamento, spiega Camillo Bozzolo, direttore commerciale aviation di Save, la società di gestione dell’aeroporto di Venezia, che un mese fa ha ottenuto il bollino Welcome Chinese, il turista di Pechino e dintorni ha le sue regole. “Non ama pagare con le comuni carte di credito – sottolinea – ma con il sistema WeChat Wallet, grazie ad una app che ormai quasi tutti hanno sul telefonino”.