giovedì, 19 Dicembre 2024

Più turisti cinesi in Italia, ma restano due giorni dopo visita Francia

Cresce in maniera vorticosa la quota di cinesi che viaggiano all'estero: dal 2004, a ritmi del 20% l'anno nell'ultimo periodo, di pari passo con il benessere che sta interessando la fascia media di un Paese da 1,35 miliardi di persone. Secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale del Turismo, nel 2020 saranno cento milioni i cinesi che viaggeranno all'estero.
Ma l'Italia e le sue 50mila imprese turistiche italiane – soprattutto piccole e medie – riusciranno a cogliere questa chance? "Tra le mete europee – spiega Liu Cheng, direttore Ufficio Turismo cinese in Italia – la Francia figura al primo posto mentre l'Italia è seconda. I cinesi sono circa 2 milioni l'anno, arrivano dalla Francia e trascorrono in Italia meno di due giorni, tappe obbligate Venezia e Roma, oppure Firenze e Roma. Il tour in Europa dura in genere 11-12 giorni e in questo tempo visitano almeno 3-4 paesi".
Oltre ad approdare in Italia, in seconda battuta e con il portafoglio già presumibilmente alleggerito dagli acquisti in territorio francese, ci sono altri problemi. "Una volta superato lo scoglio del visto ci sono poi le difficoltà della lingua, sono poche le guide turistiche che parlano cinese – dice Liu Cheng, da pochi mesi alla guida dell'ufficio del turismo nella Capitale – Altre lamentele riguardano la qualità del cibo dei ristoranti cinese in Italia che non è buona, e la quantità non basta".  
I cittadini cinesi si lamentano poi della scarsa sicurezza delle nostre strade, sono infatti spesso vittime di scippi e borseggi. Infine, i turisti dell'ex Celeste Impero vogliono poter comodamente bere il loro the in camera: di qui l'importanza del thermos di cui l'albergo deve essere necessariamente provvisto.  
Eppure i numeri sono abbastanza incoraggianti: il 70% dei cinesi che va in Europa visita l'Italia. I cinesi amano il Bel Paese, conoscono il calcio, la moda, le firma del fashion. Secondo uno studio della China Tourism Academy, il 52% dei cinesi ottiene informazioni sulle destinazioni da visitare tramite internet e visto che manca una compagnia di bandiera che assicuri collegamenti diretti Italia-Cina, l'Italia rischia di restare fuori dal giro più grosso.

 

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