venerdì, 22 Novembre 2024

Venezia, l’aeroporto del futuro è una City

Convince il progetto della Save. Ma servono 300 mln di euro

La prima città-aeroporto italiana con ogni probabilità sorgerà a Venezia. Una seconda pista, la stazione dell’alta capacità, l’arrivo della metropolitana di superficie, l’ampliamento del terminal passeggeri fino a 130 mila metri quadri, la nuova “porta d’acqua” con albergo, ristoranti, centro congressi: ecco come sarà il Marco Polo nel 2020. Il master plan è stato presentato dalla Save di Enrico Marchi, che gestisce lo scalo veneziano, durante la due giorni degli Stati Generali, convincendo un po’ tutti: gli enti locali, le forze economiche, il Governo. Dalla parte di Save non ci sono solo i numeri, l’obiettivo è triplicare il numero di passeggeri in 12 anni, dai circa 6 milioni l’anno attuali a 15 milioni, ma soprattutto il concetto che caratterizza il progetto della “Marco Polo City”, ovvero l’evoluzione da semplice “scalo aeroportuale” a “nodo di traffico”. Un piano che dovrebbe qualificare il Marco Polo come primo gate nella rete della mobilità del Nordest, collegato con tutte le modalità di trasporto lungo il Corridoio transeuropeo V. la prima approvazione è arrivata dal ministro dei trasporti, Alessandro Bianchi, in particolare per “il modo in cui è stato proposto questo piano. C’è una visione alta delle cose, uno sguardo sui prossimi 20 anni che è ciò che è mancato in questo Paese, la capacità cioè di pensare in grande, al futuro”. Tra le idee più interessanti, l’idea della cerniera intermodale, ma anche – ha aggiunto – “quello della città-aeroporto, cioè il trasferimento di funzioni urbane nell’ambito di una struttura che tradizionalmente è stata uno scalo”. Resta però il problema finanziario, perché l’aeroporto del futuro e tutto ciò che ne consegue prevede investimenti per oltre 300 mln di euro. “Siamo in una fase – ha osservato Bianchi – nella quale bisogna fare dei discorsi dolorosi, di scelta. E questa si fa con la programmazione. A me questo – ha concluso Bianchi – sembra un buon progetto, e poi penso che Venezia possa contare su una carica simbolica enorme”.

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