Dieci milioni di turisti all’anno visitano l’Egitto e i suoi tesori. Una risorsa economica indiscussa tranne quando lo scotto da pagare è la distruzione del 18% dei tesori raccolti in tremila anni di storia. “Dobbiamo dimezzare il numero dei visitatori. Dagli attuali 8-10 milioni all’anno bisogna arrivare a 4-5 milioni”, annuncia dal Cairo Zahi Hawass, l’archeologo a capo del Consiglio supremo per le antichità egiziane. Il turismo rappresenta per l’Egitto la prima industria dell’economia nazionale ma Hawass annuncia drastiche misure per salvare il patrimonio archeologico dal turismo mordi e fuggi. Secondo l’archeologo egiziano sarebbe necessario avere la metà dei visitatori, disposti a pagare di più, tutti gli altri potranno godere delle meraviglie del regno dei faraoni tramite una ricostruzione virtuale. Pitture a grandezza naturale e un sistema di videoriproduzione laser restituiranno fra breve l’atmosfera della tomba di Tutankhamon. Successivamente il progetto sarà esteso alle sepolture di Nefertari e Seti I. “Se necessario – dice Hawass – non si deve esitare a sbarrare i siti più fragili e imporre biglietti – capestro all’intera area di Luxor, come già avviene per l’interno delle piramidi di Giza, le tombe del faraone Tutankhamon e della regina Nefertari”. Ma il Ministero del turismo egiziano non ha fatto ancora conoscere la sua posizione e dubbi sono nutriti anche fra gli esperti.