Per presentare il “piano di rianimazione e ri-organizzazione” che ha in mente per Alitalia ieri a Milano Alazraki ha convocato un incontro con la stampa estera. Dopo aver parlato a Roma con i sindacati, l’uomo d’affari milanese ha annunciato ai giornalisti di violer puntare a rilevare il 39,9% del capitale dal Tesoro, lasciando allo Stato una quota del 10% “perché altrimenti sarebbe un cattivo segnale per il mercato”. Altro obiettivo è uscire da Sky Team, il che vuol dire nessun tipo di accordo con Air France: “Andremo ad attaccare Parigi e Madrid – aggiunge – è per questo che ci definiamo garibaldini”. Nessun licenziamento, nessuno spezzatino, nessuna vendita di terreni sono le promesse di Alazraki, che cerca un “ampliamento del fatturato attraverso un potenziamento delle rotte e un aumento dei passeggeri”. In particolare, le mete su cui Alitalia punterà sono l’America del Nord e l’America Latina, gli obiettivi principali il Brasile, il Cile, l’Argentina e il Perù dove ci sono “tanti migranti che viaggerebbero volentieri con Alitalia”. Il piano prevede anche l’uscita del vecchio management e l’arrivo “di un nuovo management con esperienza nel trasporto aereo”. Pronto anche a un nuovo modello di relazioni sindacali che prevede “un sistema duale alla tedesca con i rappresentanti dei lavoratori nel consiglio di sorveglianza, chiamato a verificare che gli accordi presi siano perseguiti”. Quanto ai terreni Alitalia, Alazraki punta a valorizzarli tramite “un fondo immobiliare”: “quei terreni servono per sviluppare la più grande città della cultura del mondo, con università, teatri, sinagoghe”. E ci sarà “anche un campo da golf, abbiamo già il gestore” annuncia.