Aumento delle tariffe soprattutto sulle tratte più remunerative e i segmenti business fino al 35%, riduzione dei dipendenti di 10.000 unità nel quinquennio, forte incremento dei servizi di trasporto soprattutto locale dove verranno acquistati 1.000 nuovi treni per un investimento di 6,4 miliardi di euro. Obiettivi economici che prevedono il raggiungimento dell’utile tra il 2009-2010. Questi alcuni dei paletti posti dal piano industriale 2007-2011 delle Ferrovie, che ha ricevuto il via libera politica del governo, dopo un esame durato tre mesi. Tutti i numeri potrebbero essere suscettibili di modifiche anche se l’impianto generale dovrebbe restare quello visionato dal governo, per consentire l’avvio del necessario risanamento. Confermato l’obiettivo del macchinista unico, visto che Fs fa notare come le ferrovie italiane sono le uniche nel panorama europeo a impiegare su alcune tratte il doppio macchinista alla guida del treno. Resta aperto il nodo risorse che dovrà essere ulteriormente oggetto di confronti con il governo e i ministri competenti mentre, forti del sì politico del governo, le Fs avvieranno ora tavoli con i sindacati, amministrazioni locali e regionali. In un comunicato dei delegati RSU-RLS dell’Assemblea Nazionale dei Ferrovieri il nuovo piano è definito “un inganno, ai danni dell’opinione pubblica e del Parlamento, utilizzato solo per ottenere il via libera all’aumento delle tariffe, forti tagli e precarietà del personale senza tener conto delle ricadute sulla sicurezza”.