sabato, 23 Novembre 2024

Aumentano i Paesi che sconsigliano il Belpaese ma frontiere Ue restano aperte

Aumenta il numero dei Paesi che sconsigliano viaggi In Italia a causa dell’emergenza coronavirus. L’allarme è stato lanciato dalla Romania che sta disponendo la quarantena obbligatoria per tutte le persone in arrivo da Lombardia e Veneto o che vi siano state negli ultimi 14 giorni. Croazia, Slovenia, Grecia e Serbia hanno deciso di sospendere le gite scolastiche in Italia. La compagnia greca Aegean ha fatto sapere che i suoi voli da e per l’Italia non subiranno variazioni: anche se non è previsto un rimborso sarà possibile spostare i voli con partenza da oggi al 20 marzo a nuova data, senza costi. In Francia, i bambini e i ragazzi che hanno trascorso le vacanze in Lombardia o Veneto sono stati invitati dal provveditorato a rimanere a casa. Poi ci sono Paesi che sconsigliano di recarsi in aree a rischio in Italia come la Serbia e l’Irland. Le autorità sanitarie della Federazione croato-musulmana, una delle due entità che compongono la Bosnia-Erzegovina chiede di evitare i viaggi anche in Italia, oltre che in in Cina, Corea del sud e Iran. Così come il ministero degli Esteri israeliano ha pubblicato un avviso in cui sconsiglia agli israeliani di recarsi in sette regioni del Nord Italia.

Nonostante ciò le frontiere dei Paesi confinanti restano aperte e nessuno ha chiesto di sospendere Schengen. In questo contesto, “arrivare a condividere linee d’azione comuni è l’obiettivo che Roma intende perseguire con i paesi limitrofi e per questo ha chiesto e ottenuto per oggi un confronto con i ministri della Sanità degli Stati vicini”, fa sapere il ministro della Salute Roberto Speranza.
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in teleconferenza dall’Unità di Crisi della Farnesina con gli ambasciatori italiani di Svizzera, Croazia, Francia, Germania, Austria, Slovenia e Monaco, ha fatto il punto sugli sviluppi. Si guarda in particolare alla Svizzera e al Ticino, il cantone dove ogni giorno arrivano migliaia di lavoratori dalla Lombardia. Per ora nessuna decisione drastica da parte delle autorità elvetiche: “In base alla stima della situazione attuale, non vi sono limitazioni all’ingresso in Svizzera”, ha fatto sapere l’Ufficio federale della sanità pubblica, precisando però che “la situazione può evolvere molto rapidamente”. Quanto al Ticino, “chiunque presenti sintomi di infezione respiratoria sarà valutato con più attenzione”. Attualmente neanche le Ferrovie hanno preso per il momento misure particolari sul traffico da e verso l’Italia. “Siamo preparati”, rassicurano la autorità a Berna, riconoscendo l’accresciuto livello di rischio mentre lanciano una massiccia campagna informativa con volantini e cartelloni alle frontiere e agli aeroporti.

I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie Usa (Cdc) “non raccomandano al momento di cancellare o posporre i viaggi in Italia, ma di seguire una serie di precauzioni quando ci si trova nel Paese. Le autorità sanitarie americane hanno aggiornato i consigli per gli americani che si recano in Italia a fronte della diffusione del coronavirus, informando la popolazione Usa dei focolai. I Cdc hanno però lasciato l’Italia al ‘Livello 1’ della scala degli allerta del governo Usa, ossia il più basso, aggiungendo indicazioni per i viaggiatori su una serie di precauzioni di carattere pratico ed igienico da adottare. A livello 2 degli allerta dei Cdc si trovano invece il Giappone e la Corea del Nord, ed a livello 3 la Cina.
Gli esperti dei Cdc invitano i viaggiatori in Italia a: “evitare i contatti con persone malate; lavarsi le mani accuratamente e spesso strofinandole con il sapone per almeno 20 secondi; usare disinfettanti per le mani con almeno il 60-95% di alcol; non toccarsi occhi, naso bocca se non si sono lavate le mani”. Ancora: chiunque sia stato in Italia negli ultimi 14 giorni ed ha sviluppato sintomi come febbre, tosse e difficoltà respiratorie, è invitato ad evitare contatti con altre persone, nonchè a chiamare un medico o un pronto soccorso prima di andarci di persona.
Gli esperti dei Cdc osservano che rispetto ad altre aree – in cui le infezioni da coronavirus sono state associate a viaggi con la Cina o a contatti con persone che erano state in Cina – “in Italia si sono verificati casi multipli di ‘trasmissione nella comunita’. La trasmissione nelle comunità- spiegano i Cdc – significa che alcune persone sono state infettate con il virus in Italia, ma non si sa come o dove siano state contagiate”.

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